Snorkeling a Posillipo
Uno specchio di costa oggi compreso nell'area marina protetta del Parco Sommerso della Gaiola
Posillipo scioglie i dolori nel mare, medicamentosa, cullava i dispiaceri romani, leniva i tormentati pensieri epicurei. Pacifico ossimoro alla frenetica e voluttuosa Baia, era collegata, per utilità delle ville aristocratiche, da settecentosettanta metri di buio e umido traforo, intervallato solo per tre volte da enormi aperture di pietra. Dai finestroni, a picco sul mare, si distingue una rocciosa lingua di terra che, perpendicolare, si allunga dalla costa. Una forma di cavallo da cui nascono la baia di Badessa e quella di Trentaremi, dirupo da cui si lanciavano le donne disperate. Di fronte Nisida: la villa di Bruto, i complotti nel ’44, il Quoque tu, il riformatorio per minorenni. Omero racconta che Ulisse attraccò da queste parti su suggerimento di Circe. Nel libro delle evocazioni dei morti gli indica la via per discendere dagli Inferi.
Il I secolo riempì la costa di sfarzose abitazioni, da Miseno a Punta Campanella, con piccoli porti, peschiere e ingressi privati al mare. Pausilipon (tregua dal dolore) era l’immensa villa di Publio Vedio Pollione, libero sostenitore di Augusto, che dava il nome alla collina. Un’area di circa nove ettari occupata da edifici, porticati, giardini: una residenza arricchita da impianti termali, ninfei e numerosi altri complessi non ancora identificati. Nel vallone della Gaiola, sono chiaramente visibili i resti del monumentale teatro, un’architettura che assecondava il naturale pendio del colle e conteneva oltre duemila spettatori, una grande vasca rettangolare in basso per l’orchestra e gli strabilianti giochi d’acqua. Poco distante si impiantò il piccolo odeon coperto.
Napoli sott e n'gopp.Dai frammenti della pavimentazione ancora visibili, si capisce che l’intera struttura era rivestita da marmi policromi. Verrone racconta che il cavaliere romano amava particolarmente allevare murene, una passione che lo rese temibile, soprattutto quando era solito nutrirle con le carcasse dei nemici. Sott’acqua si distinguono chiaramente i resti delle peschiere che le ospitavano, divise in scomparti. Polline amava tenerle divise per colore, come farebbe un pittore con la tavolozza.
A Posillipo, tanto è visitabile sopra, ma tanto è nascosto anche sotto. Il bradisismo vulcanico ha inghiottito la terra, lasciando sott’acqua l’intera città antica. Uno specchio di costa oggi compreso nell’area marina protetta del Parco Sommerso della Gaiola; un itinerario visitabile in barca a vela, passeggiando tra i ritrovamenti, o facendo snorkeling tra i percorsi geoarcheologici sommersi. Il CSI è il gruppo di biologi ricercatori (www.gaiola.org tel. 081 5754465 / 081 5709949), che guida i viaggiatori attraverso insenature sconosciute del golfo, educando il turista allo sguardo responsabile dello studioso.
Articolo preso da “101 cose da fare a Napoli”.
Posillipo circondato dal mare azzurro con rumori del auto di una via bellissima in qui nascono amori di persone che si amano
Biino Flora