La storia del palazzo più antico di Napoli: la decadente bellezza di Palazzo d’Angiò
In Via Tribunali, si erge nella sua decadente bellezza, il più antico palazzo di Napoli: Palazzo d'Angiò.

Un maniero dall’elevato prestigio, che sorge antistante la chiesa di Sant’Angelo a Segno e Vicolo San Paolo. Il Palazzo più Antico di Napoli nasconde, dietro i suoi quattro portici in piperno, un portale ogivale, da dove, a tutt’oggi, riemergono da un passato secolare gli stemmi angioini a giglio. Il maestoso edificio lotta contro l’inesorabilità del tempo, piegandosi senza vacillare. Palazzo d’Angiò era, inizialmente, diviso in due distinti fabbricati, di proprietà di Tommaso de Porta e del cancelliere del Regno Ade de Dussiaco.
La storia del palazzo più antico di Napoli, Palazzo d’Angiò
Secondo le testimonianze arrivate ai giorni nostri, il palazzo sarebbe stato offerto in dono, a Filippo di Valois, detto L’Imperatore. Il fratello di Roberto d’Angiò e figlio di Carlo II Lo Zoppo ricevette il maniero nel 1295, per poi procedere con i lavori di conversione in un’abitazione unica, in cui trovò dimora fino al 1302. Palazzo d’Angiò fu, di fatto, una sistemazione provvisoria, nell’attesa che i lavori per il completamento del palazzo nei pressi di Castelnuovo che il padre gli aveva destinato volgessero al termine.
Nisida e il Lazzaretto del Chiuppino: la quarantena sull'isola perdutaFilippo era sposato ad una delle figlie di re Manfredi di Svevia, Ithamar, che tentò di farlo uccidere dall’amante Bartolome Siginulfo, conte di Caserta e Gran Cameraio di Corte. La congiura fallì, portando al solo ripudio della moglie e all’esilio del conte. Alla morte di Ithamar, Filippo convolò a nozze con la nipote di Baldovino II, Imperatore di Costantinopoli: Caterina di Valois, da cui poté assumere il titolo di Imperatore.
Si evince che Palazzo d’Angiò abbia assistito al susseguirsi di figure particolarmente illustri per la storia partenopea e non solo. Non a caso, il palazzo più antico di Napoli venne, poi, ereditato dal figlio di Filippo e Caterina, Luigi, per poi diventare di proprietà dei principi di Tursi, che lo modificarono ulteriormente, aggiungendo finestre e balconi in stile barocco e i celebri archi di sostegno che riusciamo ancora a vedere, allo scopo di sostenere i pesanti porticati.

