Maschio Angioino di Napoli, svelato il mistero del coccodrillo
Il rettile di Castel Nuovo non è una leggenda. Grazie al Dna si è scoperta l’età e da dove viene.
Il rettile del Maschio Angioino di Napoli non è una leggenda. Un recente studio ha permesso di analizzare il Dna ed è stata stabilita l’epoca in cui è vissuto l’animale e come abbia fatto ad arrivare fin qui. Molte sono le storie che aleggiano sull’esistenza del coccodrillo e su cosa realmente ci facesse nel castello. Una di queste, forse la più famosa, narra che il re aragonese Ferrante, utilizzava una determinata cella per rinchiudere i prigionieri. Molti di questi sparivano nel nulla. Si racconta che nella fossa entrasse un coccodrillo che li trascinava in mare.
Un’altra leggenda vuole che un coccodrillo impagliato fu offerto come ex voto da un soldato di ritorno dall’Egitto, durante il Medioevo, all’immagine della Madonna del Parto che si trovava nella cappella palatina.
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I resti dell’animale sono stati conservati per circa 150 anni nei depositi del Museo di San Martino. Nel 2020, grazie ad un’équipe di studiosi, è stato analizzato il DNA prelevato dalla radice di un dente. Lo studio ha dimostrato che la leggenda dell’ex voto è quella più verosimile. Il coccodrillo dovrebbe provenire dall’Egitto, e sarebbe stato datato ad un periodo compreso tra il 1296 e il 1419.