La storia dei toponimi di molti luoghi di Napoli si presenta a volte coerente con l’effettiva denominazione attribuita a tali strade altre volte, invece, nasconde un vero e proprio enigma. È questo il caso di Vico Limoncello (vicus Iudeorum) più a nord del quartiere Pendino nei pressi di Via Anticaglia, decumano superiore.
Scandali e riti segreti delle grotte di via Chiatamone
Vico limoncello ha assunto nel corso dei secoli diverse identità molte delle quali si sono rivelate più coerenti alla sua storia rispetto all’attuale. Per cominciare si parla di “Vico dei Giudei” poichè accolse il nucleo più antico della popolazione ebraica costretta a spostarsi nel suddetto vicolo a seguito della caduta della città in mano ai Bizantini.
La presenza ebraica nella città di Napoli è di antica memoria; la sua popolazione doveva essere alquanto consistente, dal momento che risiedeva in più aree cittadine. L’attuale Vico Limoncello era dunque una delle tante “Giudecche” della città ovvero, antichi quartieri dove dimoravano gli ebrei. Per un periodo breve fu denominato “vico dei 12 pozzi” per l’evidente presenza di abbondante acqua ma con gli Angioini tornerà ad essere chiamato “dei Giudei” per la consuetudine medievale di restituire ai luoghi i nomi antichi più che per la presenza degli ebrei che ormai si erano stabiliti altrove. Nel VIII secolo il Duca Sergio I di Napoli fonda proprio in questo vicolo la Chiesa di San Gennaro Spogliamorti. L’edificio venne affidato ad una congrega che aveva il compito di spogliare i morti dei loro averi e di rivenderli al mercato, da qui il quartiere ebraico della città assunse un ulteriore denominazione e venne conosciuto come “degli Spogliamorti”.
Le vicissitudini di questo luogo di Napoli hanno profondamente segnato l’attuale vico limoncello, specchio di una storia oscura e tormentata mentre, per quanto attiene all’ultimo toponimo attribuitogli non esistono fonti certe che ne spiegano le ragioni.
Foto: Luca Canzanella
Fonte: napoliebraica.it