Robert Plant, anima dei Led Zeppelin, omaggia Napoli sul palco dell’Arena Flegrea

DA ASSOCIARE
Articolo di , 23 Lug 2016
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Arena Flegrea: Robert Plant - -foto di Roberto Della Noce

Un concerto che definire esplosivo è poco, quello di ieri sera all’Arena Flegrea. Oltre cinquemila persone, di ogni età, di ogni generazione, hanno avuto la possibilità di assistere al concerto di quella che può essere a giusta ragione, essere considerata una delle indiscusse leggende del rock: Robert Plant.

Il front man dei Led Zeppelin mancava in città da 10 anni e l’attesa del suo pubblico era alle stelle. Robert non disattende le aspettative e con la sua voce, che non sbaglia una nota, inizia la magia. Saluta la città e l’Arena viene giù. Una concerto che mescola pezzi nuovi della sua carriera da solista a pezzi famosi del suo passato con i Led Zeppelin come “Black Dog”. L’artista in apertura di concerto fa una dichiarazione d’intenti che non disattende, in italiano stentato, ma che conquista tutti: “E’ una serata speciale”.

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E lo è davvero, con una incredibile naturalezza il suo rock più puro passa attraverso le contaminazioni folk, blues, di musica elettronica e non solo, grazie alla straordinaria abilità dei suoi musicisti con i quali si dimostra incredibilmente generoso, la musica, si vede, per lui è un fatto corale, da condividere con chi è con lui sul palco e con chi lo ascolta, in uno scambio continuo di emozioni. Ed è così che tra un pezzo ed un altro nel suo incredibile eclettismo musicale, che diventa la sua pregiatissima nota stilistica, intona anche “Torna a Surriento”, poche frasi della versione in inglese , ma che bastano per conquistare definitamente tutto il pubblico accorso per applaudirlo.

Tra i momenti di emozione pura che fanno quasi provare riconoscenza nei confronti dei chi si sta esibendo per i brividi che sta regalando, è stato il momento centrale del concerto dove in sequenza ha eseguito senza pause, con arrangiamenti la limite della perfezione, “What Is and What Should Never Be”, “No Place to Go/Dazed and Confused”.

E’ tempo di un momento più intimo con “Babe I’m Gonna Leave You” per poi tonare ai successi di oggi con “Little Magie”, frutto della sua ricerca sulla musica celtica, e concludere ancora con uno dei pezzi del suo passato:  la scatenata “Whole Lotta Love”, con uno dei riff più famosi nella storia del rock.

Una parola speciale, come già si accennava, merita la sua band: The Sensational Space Shifters , formata da Justin Adams (chitarre, benedir e cori), John Baggott (tastiere, effetti), Billy Fuller (basso), Juldeh Camara (violino africano, banjo africano), Dave Smith (batteria e percussioni) e Liam “Skin” Tyson (banjo, chitarra e cori). Ricorreva ieri sera il compleanno del chitarrista e del batterista e Robert, già ribattezzato a gran voce “Roberto” dalla platea, ha organizzato per loro un festeggiamento in grande stile, torta con le candeline in scena e il pubblico che intona, senza bisogno di suggerimenti, “Happy Birthday”.

Il pubblico dell’Arena non lascerebbe più andare il suo beniamino che,  dopo aver salutato, torna per due bis sul palco chiudendo la straordinaria performance con “Going to California”.

Sono concerti come questo nei quali si riconoscono i veri artisti, dove ogni pezzo non è mai uguale a se stesso, quelli durante i quali si percepisce la gioia ed il piacere di giocare con la musica, con arrangiamenti che regalano una marcia in più e rendono l’esperienza dal vivo davvero irrinunciabile.

Esperienza resa ancora più esclusiva dagli spazi rinnovati, grazie all’impegno della famiglia Floro Flores, dell’Arena Flegrea che accoglie il suo pubblico secondo modelli europei offrendo anche  la possibilità di sostare prima e dopo il concerto nei suo foyer, per un aperitivo anche a base di sushi, rendendo il momento del concerto parte di una serata a 360 gradi.

Le foto sono di Roberto Della Noce

 

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