Molo San Vincenzo: la storia della magnifica passeggiata sul mare

La storia di una delle passeggiate storiche di Napoli: il suggestivo Molo San Vincenzo.

Arte e Cultura
Articolo di , 27 Lug 2022
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Foto Shutterstock

Un’antica passeggiata sul mare di Napoli, lunga oltre 2 chilometri.

Il Molo San Vincenzo ha ricoperto un ruolo di spicco per la città all’ombra del Vesuvio. In loco, infatti, si ergeva la sede della Real Marina del Regno delle Due Sicilie, venivano varate le navi e realizzati cannoni di armamento. Al tramonto del XIX Secolo, quella fu l’ultima sponda familiare per gli immigrati partenopei in partenza verso l’America; alla ricerca di una speranza per sé e le proprie famiglie. Sito in Via Giardini Molosiglio è, di recente, tornato a far parlare di sé per il  progetto di riqualifica che lo restituirà ai napoletani in tutto il suo splendore.

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La storia del Molo San Vincenzo

Tutto iniziò nel 1268, quando Carlo I d’Angiò richiese la costruzione di una torre militare sull’isolotto di fronte al Castel Nuovo dove, al tempo, si ergeva una chiesa di proprietà del Monastero di San Vincenzo al Volturno di Isernia. Nel 1526, il progetto di ampliamento e sistemazione del porto di Napoli portato avanti dal Viceré Conte di Olivares decretò la connessione della zolla alla terraferma.

Furono diverse, le interruzioni che condizionarono i lavori. A dispetto dei problemi economici di cui lo scellerato vicereame spagnolo soffriva, infatti, Olivares provò in tutti i modi a lasciare una testimonianza del suo passaggio in terra partenopea. Un incremento dei servizi sulla Darsena rappresentò il primo esempio di opera di ampliamento marittimo nel porto di Napoli. Si rivelò, purtroppo, una soluzione stracolma di pericoli funzionali.

La caduta temporanea degli Spagnoli per mano degli Austriaci spense l’economia partenopea; portando, non solo ad uno dei periodi di peggiore povertà che la città avesse mai vissuto, ma anche all’impoverimento della zona portuale. I progetti originali di Domenico Fontana finirono per essere ripresi solo tra il 1826 e il 1836, per volere di Ferdinando II di Borbone che non si limitò a far allestire il molo a 550 metri dalla riva, ma anche a costruire infrastrutture militari ad ovest del molo grande e ad abbellire l’area con aree verdi ed una statua del patrono della città.

La Lanterna

Re Ferrante d’Aragona fece erigere il caratteristico Faro alla fine del Braccio Alfonsino; il molo difensivo del Castel Nuovo, per mostrare la via ai naviganti e accoglierli nella Città della Sirena. È un simbolo di Napoli, sopravvissuto a incendi, catastrofi, guerre e bombardamenti. La lanterna venne ricostruita sulla testata del Molo San Vincenzo nel 1950.

Oggi, si spera che i deliziosi giardini del Molosiglio tornino a permettere quanto prima al pubblico di allungare le proprie camminate tra il verde del parco ed il blu del mare grazie alla riapertura del sito; non ancora accessibile al pubblico poiché separato da una zona di competenza della Marina Militare. Come detto, un piano di miglioramento della suggestiva passeggiata di Molo San Vincenzo sarebbe uno dei principali argomenti sull’agenda della Giunta partenopea.

 

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