Alla scoperta del termine napoletano “Cianfrone”
Chi è il "cianfrone" a Napoli?
La lingua napoletana è nota per la sua vivacità e creatività.
Tutti i termini che la caratterizzano hanno insite tali peculiarità e “cianfrone” non fa eccezione, portando con sé un significato e una storia ricche di sfumature culturali.
Il termine Cianfrone a Napoli
Cianfrone è una parola appartenente al dialetto napoletano. Si fa uso di questo vocabolo per descrivere una persona goffa, maldestra o sciatta, spesso con tono scherzoso e affettuoso. Tale lemma, come molti di quelli appartenenti al dialetto napoletano, è intriso di una forte identità locale e di un modo di vedere il mondo caratteristico della cultura partenopea.
Chello ca nun se fa, nun se sape: la verità dietro il modo di dire campanoLa parola cianfrone evoca immediatamente l’immagine di una persona che si muove con poca grazia. Il cianfrone è il ragazzo spesso vestito in modo disordinato o trascurato. Tuttavia, l’uso di “cianfrone” non è necessariamente negativo. Ai fatti, non lo è quasi mai. Si utilizza tale termine col fine di riflettere un certo affetto per le peculiarità individuali del cosiddetto cianfrone, affetto che ne mitiga quindi qualsiasi connotazione negativa. Un cianfrone è quindi un fanciullone a cui si vuol bene che non presta particolare attenzione all’esteriorità di vario tipo.
L’etimologia del termine Cianfrone
L’etimologia del termine napoletano “cianfrone” non è del tutto chiara e consolidata, come spesso accade con molte parole dialettali. Vi sono, tuttavia, ipotesi basate su analogie linguistiche e sulle influenze storiche che hanno caratterizzato la lingua napoletana.
Una possibile origine potrebbe essere collegata all’antico francese “chafardon” o “chaffard”, termini usati per descrivere una persona maldestra o goffa. Durante il periodo angioino e aragonese, Napoli ebbe significativi contatti con la lingua e la cultura francese, influenzando così il vocabolario locale.
Un’altra ipotesi riguarda l’influenza del latino volgare. La parola “cianfrone” potrebbe derivare da una combinazione di radici latine, ad esempio dalla parola “infrotare,” che significa “sfregare” suggerendo l’idea di una persona che si muove in modo goffo o maldestro.
L’influenza spagnola non è da sottovalutare, considerando che Napoli fu sotto il dominio spagnolo per un lungo periodo. In spagnolo, esistono termini come “zafarrancho” che indicano disordine o confusione, e potrebbero aver contribuito a formare il termine napoletano.