Il Comune di Rocchetta e Croce fa parte di una nascente fascinazione, un vero fenomeno culturale.
La crescente passione del grande pubblico verso eremi e borghi abbandonati denota una meravigliosa voglia di riscoperta storica, territoriale ed antropologica.
I Gladiatori: mostra in anteprima social sui canali del MANNIn un tempo incerto, che scongiura la ricerca dell’altro, il contatto umano ravvicinato, risulta sempre più attraente imitare Henry David Thoreau . In un pellegrinaggio interiore e al contempo materiale, la contemplazione di luoghi solitari, silenziosi, abbandonati può essere di grande ispirazione.
Il borgo abbandonato è deserto ma anche un luogo vissuto, carico di storia e di storie umane, pieno di fantasmi e di echi.
La Campania, terra profonda e strabordante di storia, ha da offrire borghi bellissimi, misteriosi come Melito Irpino , Sacco Vecchia o Apice vecchia.
Ancor meno conosciuto, ma altrettanto mistico e magico, è il borgo “sparso” di Rocchetta e Croce, in provincia di Caserta. La sua peculiarità ed il suo valore inestimabile è nella incredibile bellezza del Comune ancora vivissimo di Rocchetta e nell’abbandono totale della frazione di Croce.
Croce è a tutti gli effetti un paese fantasma, in cui fino a pochi anni fa la sola cittadinanza era attribuibile a tre cani. Nonostante una piazza centrale rinnovata di recente e abitanti ancora registrati come residenti, il piccolo borgo dell’Alto Casertano è completamente disabitato. La totale mancanza di servizi ha lentamente portato gli abitanti ad emigrare in cerca di lidi più felici, possibilità concrete di una vita più agevole. Il paese, fino ad un centinaio di anni fa, registrava ancora circa centocinquanta abitanti, che hanno però lentamente deciso di andar via, dimenticando questo posto minuscolo e forse obsoleto per una civiltà veloce. Oggi, anche le tre sentinelle a quattro zampe sembrano aver lasciato questo luogo a se stesso, offrendolo nella sua nuda solitudine.
Quel che resta di Croce
Una visita a Croce è un’esperienza: la chiesetta minuscola è miracolosamente ancora in piedi, quasi intatta tra graffiti e vecchi affreschi. Risulta difficile individuare una reale ragione dietro lo spopolamento di Croce in favore della vicina Rocchetta, ma la teoria dell’abbandono spontaneo viene messa in discussione dalla quantità di oggetti ancora presenti nelle abitazioni e nei locali del borgo.
Il mistero inquietante della possibile fuga improvvisa rende una visita irresistibile per ogni avventuriero. Tazzine, fotografie, bauli, bambole: nelle case di Croce è rimasto di tutto, quasi come se non si avesse avuto davvero intenzione di lasciarla. O come se gli oggetti fossero ritornati lì, per osservare il visitatore, in attesa di un esodo di ritorno.
Il Comune di Rocchetta, nato appunto come una “rocca” difensiva in tempi remoti, mantiene invece l’allegro appeal di un piccolo paese inerpicato tra le montagne, ma fornito di tutto ciò che serve per poter vivere nella modernità. La visita combinata ai due paesini li mette a confronto e serve a far sentire forte il contrasto tra il deserto e la vita.
Eremo di San Salvatore di Monte Maggiore
Nel Comune di Rocchetta e Croce, il borgo abbandonato non è l’unica attrattiva. La natura offre il bellissimo sentiero che porta dal paese all’ Eremo di San Salvatore.
Per coloro che amano scalare, inerpicarsi, affrontare le acclività del territorio montuoso, il percorso offerto da questo itinerario è incredibile.
Raggiungere la cima del Monte Maggiore, perla dei Monti Trebiulani, è un viaggio oltre le proprie possibilità, fisiche e spirituali.
Il Monastero, sospeso per tre lati sul vuoto, è consigliabile a scalatori indefessi e caparbi.
La strada è lunga, piena di asperità, ma la vetta è l’unico obiettivo: una vista mozzafiato, nella natura più selvaggia.
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