Le infinite declinazioni della “Faccia” a Napoli: dalle sfumature cromatiche agli attributi
Sicuramente conoscerete alcune espressioni relative alla faccia in napoletano. Ma siamo sicuri che non le conoscete tutte!

La faccia, il volto è il primissimo elemento di una persona che ci capita di valutare, quando la abbiamo davanti. Due occhi, una bocca, un naso, due orecchie. Dovremmo essere tutti uguali, no?
E invece non è così. Pur con quelle stesse caratteristiche, siamo tutti diversi. E non parliamo qui solo di tratti somatici. Parliamo altresì di colori, parliamo di espressioni del viso. E il napoletano, che per sua necessità di sopravvivenza oltre che di studio antropologico, abbisogna di conoscere in anticipo, senza troppi fronzoli e complimenti, la natura di una persona, utilizza proprio lei per indagare nell’animo umano.
Napoli, una città che dell'"ammappuciato" ha fatto il suo stile di vitaInfatti a Napoli esistono decine di espressioni che hanno ad oggetto il volto di una persona. E siamo pronti a giurare che alcune le conoscete, ma è difficile che le conosciate tutte. Andiamo ad elencarle.
La faccia a Napoli
Sfumature cromatiche
Prendiamo come primo esempio, la sfumatura cromatica che per la città di Napoli, può assumere il volto.
- Tene ‘na faccia verde: qui il verde diventa il colore dell’invidia, della cattiveria. Significa essere pieni di collera e pronti a riversarla al momento giusto a qualcuno. Guardati bene dalle persone il cui animo si presenta con questo colore in volto!
- S’e fatto russo russo ‘nfaccia: il rosso qui, come è facilmente intuibile, è il colore dell’imbarazzo, della vergogna. Questa persona evidentemente sarà una persona timida o una persona colta in fallo.
- Tene ‘a faccia ‘ngialluta: anche qui la sfumatura cromatica del giallo si accosta a una persona cattiva, inviperita. Peraltro l’epiteto era solito essere rivolto a San Gennaro (sempre ricordando che San Gennaro è l’unico santo ca nun se piglia collera Ndr) quando non si verificava lo scioglimento del sangue.
- Tieni ‘na faccia nera: qui più della cattiveria è la rabbia che si impossessa dei lineamenti del volto deturpandoli e trasformando il roseo colorito in un nero di collera
- Tieni ‘na faccia viola r’o friddo: come è facilmente intuibile, qui ci si riferisce al colorito violaceo che assume la pelle quando il freddo ostacola il corretto scorrimento del sangue.
I proverbi sulla faccia
Non mancano i proverbi popolari che hanno come oggetto principale il viso.
- A faccia mia sotto ‘e piere vuost: massima espressione di sottomissione o comunque di ironica provocazione di umiltà. All’interlocutore è richiesto di fare una risatina e di negare per non fare la figura dell’arrogante.
- Vicino ‘e sord’ ‘a gente nun guardà ‘nfaccia a nisciun: come tramandatoci anche da Pino Daniele, tristissima verità. Espressione di massima cazzimma ed egocentrismo.
- Ha pigliato nu tram ‘nfaccia: prende anche il nome di trammiato, ossia una persona che ha ricevuto una brutta batosta. Altrimenti, con silente cattiveria, una persona dall’aspetto fisico non proprio stupendo.
- Rire ‘nfaccia a stu…: lo dobbiamo veramente spiegare…?
Connotazioni generiche
Tutto il resto delle espressioni, invece, attecchiscono in ogni declinazione possibile:
- Faccia appesa: Una persona sempre triste, con il muso lungo…
- Faccia e fess: una persona non particolarmente arguta.
- Faccia e pest: una persona non solo sempre triste, ma che trasmette pure malumore (e un po’ di seccia) a tutti quelli che incontra
- Faccia r’a miseria: una persona con modeste possibilità economiche.
- Faccia tagliata: una persona erosa dai sensi di colpa.
- Faccia r’e ccorna e faccia r’e corna vecchie: una persona sfrontata, armata di cazzimma e di determinazione. A metà fra l’insulto e il complimento, le corna vecchie fungono da mero superlativo assoluto dell’aggettivo.
- Faccia tosta: anche in questo caso una persona sfrontata e senza scrupoli.
- Faccia storta: una persona cui non va mai bene niente.
- ‘A faccia toja: espressione di gioia nei confronti di chi non ci vuol bene, rispetto ad un successo o una soddisfazione che ci siamo presi.
- ‘A faccia mia: espressione di sorpresa, rispetto a qualcosa che non ci aspettavamo e che ci lascia senza parole.
- Uè faccia e…: e allora ce le tirate proprio da cuollo le parolacce, eh?
Ti salutiamo con la nostra faccia sotto i tuoi piedi, proprio il massimo, senza chiederti nemmeno di stare fermo, puoi muoverti!
Cioè, che vuol dire?
La faccia sotto i piedi e può camminare; quello pensa siamo proprio due umili.
Una bellissima immagine, la nostra faccia sotto i tuoi piedi e puoi muoverti quanto ti pare e piace e noi zitti sotto.
Lettera a Savonarola, Non ci resta che piangere – Roberto Benigni e Massimo Troisi
