L’origine della pizza è indubbiamente napoletana, nonostante alcune città italiane ne rivendichino la paternità. La base della pizza è composta da un impasto di acqua, farina di frumento e lievito, lavorato fino a ottenere una forma piatta, cotto al forno e variamente condito. La pizza napoletana si distingue per la sua forma tonda con una pasta morbida e sottile, ma con i bordi alti, noti come cornicione. Questo caratteristico cornicione è dovuto all’aria che, durante la manipolazione del panetto, si sposta dal centro verso l’esterno.
Napoli, capitale delle antiche superstizioni
L’impasto della pizza napoletana è simile a quello del pane e non prevede l’uso di grassi. Nella tradizione più stretta, esistono solo due varianti classiche di condimento: la pizza marinara, con pomodoro, aglio, origano e olio d’oliva, e la pizza margherita, con pomodoro, mozzarella di bufala campana DOP, basilico e olio d’oliva.
La Storia della Pizza
Le prime attestazioni scritte della parola “pizza” risalgono al latino volgare di Gaeta nel 997 e di Penne nel 1195. La pizza, essendo una focaccia e quindi un tipo di pane, ha origini antiche, derivando da prodotti simili diffusi da tempo immemore. Questi prodotti venivano arricchiti con vari tipi di condimenti, ma non con il pomodoro, che giunse in Europa solo alla fine del XVI secolo, importato dal Sud America.
Alla fine del Cinquecento e agli inizi del Seicento, esisteva una pizza soffice chiamata “mastunicola“, preparata con strutto, formaggio, foglie di basilico e pepe. Successivamente, si diffuse la pizza ai “cecinielli“, con minutaglia di pesce. La prima vera unione tra la pasta della pizza e il pomodoro avvenne a metà del Settecento nel Regno di Napoli.
La pizza divenne popolare a Napoli sia tra i ceti più poveri che tra i nobili, inclusi i sovrani Borbone. Il successo della pizza si estese anche ai sovrani di Casa Savoia. Nel 1889, il pizzaiolo Raffaele Esposito dedicò alla regina Margherita di Savoia la “pizza Margherita“, rappresentante il vessillo tricolore con il bianco della mozzarella, il rosso del pomodoro e il verde del basilico. Tuttavia, la pizza Margherita esisteva già prima di questa dedica. Francesco De Bouchard, nel 1866, descriveva i principali tipi di pizza: marinara, margherita e calzone.
Già nel 1830, un certo “Riccio” menzionava nel suo libro “Napoli, contorni e dintorni” una pizza con pomodoro, mozzarella e basilico. Col tempo, questa focaccia popolare arricchita con pomodoro si diffuse in tutte le classi sociali e in tutte le regioni italiane, portando alla nascita dei locali specializzati nella sua preparazione, prima come forni per il consumo in piedi, poi come trattorie e pizzerie.