Rischio Vesuvio e Campi Flegrei, il piano prevede gli sfollati nelle zone terremotate
Piano beffa della Regione Campania: in caso di rischio, i piani di evacuazione dell’area flegrea e dei Comuni compresi nell’allargamento del perimetro della «zona rossa» del Vesuvio destinano 60mila persone nelle Marche e in Umbria. Dovranno quindi essere rivisti, è il parere del geologo Franco Ortolani che rimarca l’evidenza diventata drammatica con le terribili scosse di terremoto che si avvicendano dal 24 agosto scorso.
Sono tre i Comuni napoletani mal «gemellati» con le regioni appena terremotate, un terzo con l’Abruzzo. E non esisterebbero «opzioni B». Si tratta di Bacoli nell’area della caldera flegrea, 27.567 abitanti, gemellato con Umbria e Marche (direttiva del Presidente del Consiglio 14.2.14); Poggiomarino, 21.353 abitanti, gemellato con le Marche; San Gennaro Vesuviano, 11.925 abitanti, gemellato con l’Umbria (Decreto capo dipartimento protezione civile Campania del 2.2.15 e delibere regionali 245 del 7.6.16 e 497 del 22.9.16). Terzigno nel Vesuviano, 17.654 abitanti, invece va con l’Abruzzo.
Altro che 'Ambrogio', Ferrero sceglie Napoli per il nuovo spot sulla 'Bellezza'Un particolare decisamente sinistro conferisce anche maggiore fragilità alla programmazione. E’ del 24 agosto notte il primo terremoto distruttivo che investe in particolare Amatrice, Accumoli e già Norcia, inaugurando la serie di scosse tra la valle del Tronto e i Monti Sibillini sino al crollo della cattedrale di Norcia del 30 ottobre (298 le vittime contate, poco meno le persone estratte vive dalla macerie). Appena la sera prima, il 23 agosto, la Protezione Civile annunciava sul suo portale web la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale delle «disposizioni per l’aggiornamento della pianificazione di emergenza per il rischio vulcanico ai Campi Flegrei» firmate dal presidente del Consiglio dei ministri a giugno. Il documento che contiene l’elenco dei 7 Comuni «soggetti ad alta probabilità di invasione di flussi piroclastici da evacuare cautelativamente in caso di ripresa dell’attività eruttiva». Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida e Quarto e parte del territorio dei Comuni di Giugliano, Marano e alcune municipalità di Napoli
Fonte Corriere del Mezzogiorno