Social World Film Festival 2022, Toni Servillo alla cerimonia di apertura

Toni Servillo ha tagliato il nastro alla cerimonia di apertura del Social World Film Festival 2022. Di seguito le sue dichiarazioni.

Arte e Cultura
Articolo di , 05 Lug 2022
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Foto di Fabio Punzo

Ufficialmente iniziata la dodicesima edizione del Social World Film Festival, la Mostra Internazionale del Cinema Sociale con la direzione artistica del regista Giuseppe Alessio Nuzzo.

La kermesse che si svolge annualmente nelle location più belle della città di Vico Equense, piccolo gioiellino della costiera sorrentina, è dedicata a Monica Vitti e vede come sua madrina la star della serie Netflix Vis a Vis Maggie Civantos.

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Ad inaugurare la nuova edizione, invece, vi è stato Toni Servillo. Il pluripremiato artista e regista teatrale ha diretto la masterclass teatrale Il cammino dell’attore al Teatro Mio ed ha presenziato alla cerimonia di pre-apertura del festival in cui è stata svelata l’insegna del cineteatro Aequa, il quale è prossimo all’apertura. Dopodiché, durante la cerimonia di apertura presso l’Arena Fellini situata nella SS.Trinità e Paradiso, ha eseguito il taglio al nastro ed ha introdotto il film Qui rido io per la regia di Mario Martone e ha eseguito il taglio al nastro.

Gli è stato conferito il premio alla carriera Golden Spike Award ed ha inoltre firmato il Monumento al Cinema, il Wall Of Fame, che vede già gli autografi in bronzo di Claudia Cardinale, Giancarlo Giannini, Silvio Orlando, Stefano Accorsi, Ornella Muti, Luis Bacalov, Michele Placido, Stefania Sandrelli, Katherine Kelly Lang, Valeria Golino, Leo Gullotta, Franco Nero, Maria Grazia Cucinotta, Iain Glen e Itziar Ituno.

Toni Servillo, le dichiarazioni

Con queste parole l’attore caratterista Tomi Servillo ha commentato l’attuale scena cinematografica partenopea: “A Napoli non manca il talento – ha esclamato – soprattutto quest’ultima annata è stata particolarmente felice, ma credo sia anche una costante da molti anni e non solo nel cinema anche nel teatro nella musica nella letteratura – ed ha poi lanciato l’appello – Forse è arrivato il momento di farsi carico sia da parte di produttori cinematografici sia dalle istituzioni, se ne parla da molto tempo, di far diventare questo talento anche sistema. Si potrebbe fare in modo che ci sia una città del cinema anche a Napoli e la politica deve decidere di investire del denaro affinché questo accada. Io francamente me ne occupo poco in prima persona, perché abbiamo già fatto le nostre battaglie, ma sono naturalmente vicino a queste iniziative, di tentare di aprire una scuola seria di cinema sul modello del Centro Sperimentale di Cinematografia. I luoghi ci sarebbero, come Bagnoli, anche se si trova nelle stesse condizioni di quando è stato smantellato il polo siderurgico e sarebbe importante che una iniziativa del genere facesse parte del programma di una Regione e di un’Amministrazione in generale, che vuole lasciare qualcosa di importante riconoscendo un territorio così fertile di attori, registi e di maestranze altamente qualificate”.

Ed in merito alle sue origini ed ai suoi esordi cinematografici: “Sono nato ad Afragola, sono cresciuto a Caserta e non avrei mai immaginato tutto ciò che mi è successo, l’ho voluto fortemente e mi sembra ancora che tutto questo sia un sogno. So che molti ragazzi vengono a Caserta a controllare al citofono se io abito veramente lì. Si chiedono come sia possibile. Ho costruito tutto il mio lavoro qui non essendo mai andato via dal mio territorio, producendo così film di Mario Martone, di Paolo Sorrentino e di Stefano Incerti”.

Parole che lasciano trapelare il suo smisurato amore per il cinema nostrano e che vengono confermate dal consiglio che ha lasciato ai giovani aspiranti attori che hanno seguito la sua Masterclass: “Ragazzi, le cose che volevo sono andato a prendermele! Non aspettate che qualcuno vi metta sul mercato, dovete inserirvi da soli. Per seguire questo sogno dovete essere pronti a compiere tante ma tante rinunce e sacrifici. Esiste questo e basta! Come l’artigiano lavora la creta, l’attore deve modellare il personaggio. Si possono creare dei personaggi che restano davvero tanto tempo impressi nel cuore della gente – ed ha concluso – Il cinema è più veloce, mentre il teatro è un continuo perdersi per poi ritrovarsi“.

 

Foto di copertina scattata da Fabio Punzo

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