La Regione Campania decide non più di 42 euro il costo dei tamponi nei centri privati

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Articolo di , 30 Ott 2020
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Caos tamponi in Campania, la Regione corre a ripari e interviene su due fronti; quello dei test di controllo di negativizzazione fornito dai laboratori privati (finora ritenuto non valido dalla Asl) e quello dei costi per il cittadino di ogni singolo tampone.

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Partiamo dai centri privati dove finora il costo dell’esame per l’accertamento del contagio da Covid- 19, il classico tampone, non risponde ad alcun criterio omogeneo, di conseguenza in alcune strutture sia offerto a un prezzo abbordabile, per esempio a 60 euro, e che invece in altri centri vengano richieste cifre esorbitanti, ancora per esempio, a 102 euro, somma che comprende il prelievo domiciliare. Soldi che sborsa di tasca propria anche chi non se lo può permettere e che semmai possono raggiungere i 500 euro se c’è bisogno di sottoporre a monitoraggio un intero nucleo familiare. Troppo per non sfociare in un’aspra polemica.

 

Così ieri la Regione, ha fissato il costo a 42,50 euro per i tamponi processati dai laboratori privati per conto delle Asl, mira ad arginare le speculazioni dei tamponi commissionati da cittadini privati.

 

A chiarire la situazione è la stessa Regione: “Noi non possiamo imporre lo stesso prezzo al pubblico spuntato ieri alla fine dell’accordo con la commissione tecnicaÈ come quando si va a fare una Tac. Se la si fa con prescrizione del medico ed è a carico della Regione, ha un costo istituzionalmente concordato, ma se è il privato cittadino che richiede l’esame, il prezzo della prestazione può essere più elevato “. Dunque, ogni centro può continuare a comportarsi in maniera diversa? “In teoria sì, ma l’accordo di ieri sui tamponi effettuati su commissione delle Asl – rispondono da Palazzo Santa Lucia – servirà anche a far sì che si diano una regolata e non sforino più di tanto “ . D’altronde, come osserva Marco Varelli, titolare e direttore della omonima struttura, ” è già un buon risultato, c’è troppo business sui tamponi. Ed è vero che la Regione non può imporre i suoi prezzi ai laboratori privati, ma se il costo per i cittadini differissero molto da quelli concordati per conto delle Asl, interverrebbe la Guardia di Finanza a mettere fine a ogni speculazione”.

 

Il secondo punto in discussione: il tampone di controllo alla fine della quarantena. Le Asl riconoscono la validità del risultato di positività ottenuto da un centro privato, ma non quella successiva di avvenuta negativizzazione. Cioè di assenza dell’infezione.

 

Il perché, lo spiega ancora la Regione: “Il primo tampone non ci vede istituzionalmente coinvolti, ma dopo, quando il soggetto positivo viene registrato sulla piattaforma regionale Sinfonia, siamo noi che ce ne dobbiamo far carico. Adesso, visto che il sistema è saltato per l’enorme mole di esami richiesti, abbiamo valutato due possibilità: rendere tout court valido anche il tampone di negativizzazione oppure è sempre la Asl che su prescrizione del medico curante accetta la validità del test, rimborsandone successivamente il costo al laboratorio che, in questo caso, agirebbe in nome della Regione”.

 

L’una o l’altra soluzione, rappresentano entrambe lo sbocco di una situazione assurda: adesso, meno costi per i privati e test validi sia per la diagnosi sia per l’avvenuta guarigione. Avrebbe potuto comportarsi diversamente la Regione? Secondo il professor Antonio Nardone, sì “nell’ambito dei rapporti di accreditamento con i laboratori, potrebbe prevedere consensualmente una tariffa unica per il test, da porre a carico del regionale, eseguibile in via diretta dai centri privati. Così da decongestionare le strutture pubbliche. Il modello negoziale consentirebbe alla Regione di fissare un ” prezzo” unitario non contestabile “.

 

(Fonte la Repubblica.it)

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Una risposta a “La Regione Campania decide non più di 42 euro il costo dei tamponi nei centri privati”

  1. philnavy ha detto:

    Marco Varelli, che fa il moralizzatore, dovrebbe dirci perchè prende 70 euro a tampone mentre altri, come Basile, ne prende 60. Non è vero che la Regione non ha armi per calmierare i prezzi: basta minacciare i Centri privati di bloccare la autorizzazioni! E non solo. Siamo in uno stato di emergenza sanitario nazionale conclamato, pertanto l’Autorità sanitaria, volendo, potrebbe precettare medici, farmacisti, Centro analisi, strutture ecc. ecc. Tutto! Siamo come in tempo di guerra. Il Governo avrebbe potuto, ad esempio, inglobare d’autorità e per il tempo necessario, i medici di base nel sistema sanitario nazionale e utilizzarli a tempo pieno, come e dove voleva. E tanto altro ancora, ma l’ignavia dei nostri governanti finora non lo ha permesso.

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