Partenope, il nuovo videoclip di Liberato: le leggende sull’origine di Napoli

Online "Partenope", il videoclip di Liberato ispirato al mito della sirena Partenope e alla nascita della città di Napoli. In realtà esistono tre leggende correlate all'ipotetica realtà storica. Alcune sostengano che Partenope sia stata una sirena, altre una principessa greca. Scopriamole insieme!

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Articolo di , 13 Mag 2022
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Fuori su tutte le piattaforme digitali “Partenope”, la track appartenente a “Liberato II”, il nuovo disco del cantante napoletano dall’ignota identità. La playlist è un omaggio alla cultura e alla storia napoletana, in particolare alla dinastia dei Borbone, alla tarantella di Cicerenella e al mito della sirena Partenope.

Proprio in omaggio alla figura mitologica di Partenope, i cittadini napoletani vengono comunemente chiamati “partenopei”. Il termine “partenopeo”, è quindi sinonimo di “napoletano”.

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Le convinzioni sulla storia di Partenope non sono univoche. Esistono, infatti, tre leggende diverse. Scopriamole insieme.

La prima leggenda sul perché i napoletani si chiamano partenopei

La prima leggenda è la più famosa e amata dal popolo napoletano. Vanta origini antichissime e venne narrata per la prima volta nel XII canto dell’Odissea.
Omero scrisse che Partenope era un’affascinante sirena che, insieme altre due sirene, seduceva i navigatori con il suo canto armonico e dolce. Napoli è per antonomasia la città del canto e questa sua caratteristica deriva proprio dal canto delle sirene che è stato il deus ex machina di ogni altro artista.

Le sirene usavano il loro canto per trarre in inganno i marinai ed ucciderli. Ulisse, messo al corrente di ciò della maga Circe, non si fece ingannare e si fece legare con delle corde alla sua nave e avvertì anche i suoi uomini di tale situazioni, così da proteggersi e da indossare dei tappi per le orecchie.

Le sirene rimasero deluse e afflitte nel constatare il loro fallimento. Il dispiacere di non essere state in grado di sedurre Ulisse fu tale da spingerle a suicidarsi schiantandosi contro i taglienti scogli.

Il corpo privo di vita della sirena Partenope fu trascinato dalle correnti del mare fino a Megaride, luogo dove sorge attualmente Castel dell’Ovo. Dei popolani la trovarono e la adorarono come una divinità, definendola la fondatrice di quel piccolo villaggio che ad oggi è Napoli.

La seconda leggenda su Partenope

La seconda leggenda vuole che Partenope non fu una sirena bensì una principessa greca. Lei era follemente innamorata di Cimone ma suo padre promise la sua mano già ad Eumeo.

La fanciulla, per non compiere un matrimonio infelice, si diede ad una fuga d’amore con Cimone ed i due si rifugiarono nel litorale campano. La terra infatti era prosperosa di fauna e vegetazione, avvantaggiata da un clima mite e animata da un popolo unito che viveva all’insegna dell’amore e della pace. Partenope mise al mondo ben dodici pargoli e venne proclamata come protettrice del luogo.

La notizia si diffuse velocemente lungo il Mediterraneo e così fenici, egizi e greci si trasferirono presto lì da lei, dando così origine al nuovo popolo di Napoli. Inizialmente si stanziarono sulla collina e poi diedero vita ai centri urbani ed abitarono anche il lato della costa.

La terza leggenda su Partenope

La terza leggenda è quella storicamente più probabile e credibile.

In Grecia, a seguito di una grave carestia, un re imbarcò sua figlia, la principessa Partenope, ed un gruppo di giovani su una nave priva di viveri diretta verso la terra promessa della Magna Grecia. Tale gesto era consuetudinario all’epoca, perché permetteva alle masse di salvarsi dalla fame e dalla povertà e di ricostruirsi una vita migliore in terre lontane.

Il viaggio in mare, però, non fu facile ma anzi fu tortuoso, colmo di folate di vento e di onde burrascose. Proprio verso il volgere al termine dell’itinerario, la principessa Partenope morì prematuramente,  probabilmente a causa del lungo digiuno e dello stress del viaggio. Da tale storia deriva anche il significato del suo nome: partenu-opxis significa volto di fanciulla.

Approdati nel cristallino golfo di Napoli, gli altri viaggiatori celebrarono il suo funerale.

In conclusione, si può evincere che Liberato abbia preferito narrare attraverso la sceneggiatura del videoclip e le parole stesse della sua canzone la prima leggenda, ossia quella sulla sirene. Vi è da notare, però, un particolare: in diverse strofe l’artista definisce Partenope anche una principessa e perciò non è da escludere l’ipotesi che Liberato creda e sostenga anche la seconda e terza leggenda.

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