‘O Pucunaro, un soggetto napoletano molto particolare

Alla scoperta di un peculiare appellativo napoletano: 'o pucunaro.

Tradizioni e Curiosità
Articolo di , 12 Set 2024
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Napoli è ricca di termini strettamente locali, comprensibili solo a chi questa terra l’ha vissuta e la vive. In realtà Napoli è ricca di termini, di ogni tipo. La lingua napoletana è infatti un tripudio di lemmi, una proliferazione di incroci di questi ultimi, a formare delle espressioni tipiche e particolari. Parole, modi di dire, detti: Napoli ne ha di ogni tipo e per ogni circostanza.

Vocaboli il cui significato, una volta svelato, può sembrare negativo, in realtà potrebbero voler intendere tutt’altro, o voler sottolineare tutt’altro. Perché i napoletani hanno così scelto. Infatti anche i complimenti, a Napoli, possono risultare dei segreti, con l’utilizzo di buffe e dubbie parole che sigillano un legame tra chi riceve il complimento e chi lo fa, entrambi consapevoli del reale intento dell’esternazione.

San Paolo: (ex) Stadio, Ospedale e così via. Ma perché la zona Flegrea è legata al Santo?

Un chiaro esempio di quello che stiamo dicendo è il termine pucunaro.

Chi è ‘O Pucunaro a Napoli?

Pucunaro, pecunaro, vari sono i modi per pronunciare questa parola. E varie sono le sfumature di significato che assume.
In Campania, si fa uso di tale lemma per affermare che la persona a cui è indirizzato è scaltra, maliziosa, furba, sottile, una volpe. Il pucunaro è chi è sempre avanti di un paio di azioni, chi prevede ciò che verrà e agisce in maniera tale da ottenere ogni vantaggio possibile per se stesso.

Spesso, si utilizza in maniera ironica per sottolineare quanto una persona sia sempre pronta a “non farsi passare la mosca sotto il naso“.

Etimologia del termine

Pucunaro potrebbe derivare dal termine latino pecunia, utilizzato per riferirsi al denaro. Il pucunaro, difatti, trae qualsiasi tipo di vantaggio da ogni circostanza, incluso, soprattutto, quello economico. Un’altra probabile etimologia è data dal dialetto pecune, vale a dire piume, penne. Il pucunaro, infatti, “tene e pecune“, ovvero ha i peli così irti da divenire delle penne dritte, poiché sta sempre sull’attenti.

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