L’insolita storia della Cappella Reale di Portici
La Cappella Reale di Portici è una perla dell'architettura settecentesca. Conoscete la sua particolare storia?
Al confine tra Portici ed Ercolano, tra le arcate del Borbonico Palazzo Reale, si nasconde una perla dell’architettura settecentesca, la Cappella Reale. Oltre ad essere una preziosa testimonianza della rinascita urbanistica e architettonica fortemente voluta dal re Carlo di Borbone, la Cappella Reale incuriosisce non solo per la singolare posizione, ma anche e soprattutto per la sua storia. Antonio Medrano fu il primo a disegnarne la pianta, di cui si conservano i primi tre disegni risalenti al 21 giugno 1739, controfirmati dal primo ministro Montealegre. Il progetto rispecchiava in tutto e per tutto l’impostazione spaziale e volumetrica di un luogo adibito non di certo a quello che ci aspetteremmo, bensì a quella che era l’intenzione iniziale del re: un teatro.
“Questo luogo, nella prima pianta del regal Palazzo, fu disegnato per Teatro da servire al privato divertimento de’ Sovrani e di fatto vi fu costruito. S. M. Cattolica ne cangiò subito l’uso e disfatto il Teatro volle in questo luogo appunto edificarvi la Regal Cappella che si vede, e questo avvenne nel 1749”
Palazzo Marigliano: la meraviglia del Rinascimento a NapoliCon queste parole, il Celano racconta di come il repentino cambio di programma del sovrano influenzò la singolare architettura della attuale Cappella Reale. Consapevoli di quanto c’è dietro la nascita di questo luogo sacro, è facile notare l’insolita disposizione dell’altare maggiore come anche dell’ingresso sull’asse corto della pianta rettangolare.
L’architettura
Quattro le colonne all’entrata, sormontate da un baldacchino su cui poggiano due Fame Alate, opera del bolognese Corsini. All’interno, i marmi policromi e l’oro diffuso colpiscono chiunque vi faccia ingresso, attribuendo alla Cappella Reale un’atmosfera di solennità. Nonostante gli spazi ridotti, tre sono gli altari, due dirimpettai sovrastati dai quadri raffiguranti S. Antonio e S. Francesco; mentre il principale, dominato dalla statua della Madonna Immacolata, prende tutta la scena. Vanvitelli, in una lettera destinata al fratello nel 1756, racconta di come la Regina gli chiese di disegnarle dei candelieri da posizionare sull’altare in marmo che era in progetto. Facendo fede a quanto richiesto, realizzò i candelieri che ancora oggi si ergono maestosi di fronte all’ingresso.
Ospiti illustri
Non pochi i nomi noti che passarono per la Cappella Reale di Portici: la regina Maria Isabella, che morì in città nel 1848, Maria Amalia e Carolina Bonaparte, tutte giunte qui per pregare. Non fu da meno Papa Pio IX che, fuggendo dalle rivolte civili a Roma nel 1849, attraccò al molo del Granatello dove fu accolto dal re Ferdinando che lo ospitò nel Palazzo Reale e lo portò a visitare la Cappella. Guardando l’altare maggiore, sulla destra è ancora oggi presente un pregiatissimo organo, lo stesso che nel lontano 1770 venne suonato per due o tre concerti dalle preziose dita di Wolfgang Amadeus Mozart.
Fonte foto: fondoambiente.it