Cosa si intende a Napoli con “A llietto stritto, cuccate ‘mmiezo!”
Ovvero l'arte di arangiarsi in un detto scaturito dalla saggezza popolare napoletana
L’arte di arrangiarsi, la capacità darwiniana di adattarsi ad ogni tipo di sistuazione e trarne sempre il lato positivo hanno caratterizzato i napoletani per secoli. Sempre printi a dare una mano, hanno coniato il detto “A llietto stritto, cuccate ‘mmiezo” . Il proverbio equivale a dire dove dormono due, possono dormire anche tre! Attraverso le rivoluzioni, due guerre mondiali e le crisi, il popolo partenopeo ha imparato ad adattarsi ad ogni situazione, soprattutto nei quartieri più poveri.
Invito alla prudenza
In origine, il detto nasce soprattutto come un invito alla prudenza, il letto stretto è una metafora di una vita in cui un sentiero può essere stretto e comodo, sicché la soluzione è camminare al centro e percorrere quanta più strada al sicuro. Il letto stretto è un rischio per chi dorme a lato, dal quale c’è il pericolo di cascar per terra, sicché la cosa più prudente da fare è, come dice appunto il detto, collocarsi nel centro, soprattutto nel caso in cui si è in più di due persone.
Via Argine, storia di un'antica strada del Regno di NapoliPotrebbe sembrare leggermente ambiguo, ma è più che altro un consiglio per vivere una situazione difficile e quindi un modo per prenderci cura di qualcuno che ci sta a cuore. Come quando i neonati dormono al centro del lettone, circondati da una impressionante muraglia di uscini, affinché non cadano.
L’arte di arrangiarsi
Non è un mistero che un tempo, numerose famiglie vivessero nello stesso appartamento, spesso situato fronte strada – il cosiddetto basso – condividendo in cinque o sei lo stesso letto.
Eppure, a memoria dei più anziani, erano tempi in cui le persone erano più unite, soprattutto nelle difficoltà e… nella scomodità. Oggi situazioni simili sono piuttosto infrequenti, vuoi per il tasso di natalità notevolmente calato, vuoi perché molte cose sono più accessibili – come una bela parete di carton gesso per dividere degli ambienti – e al giorno d’oggi tutti vogliono un proprio spazio privato!
Eppure, quando un bambino fa un brutto sogno, è nel lettone che si rifugia, al sicuro tra i genitori. Questa è probabilmente la metafora più azzeccata. Restare al centro, al sicuro, non rischiare di cadere, anche se ci si sente pressati da ciò che c’è a destra o a sinistra, si che in qualche modo, c’è protezione.
Un saggio e prezioso consiglio
Molto spesso, i napoletani, specie gli anziani, posso sembrare burberi nel pronunciare questa frase, ma non va sottovalutato l’affetto intrinseco. Quando un napoletano dice “E vabbé, a liett stritto cuccat mmiezo!” non sta certo sminuendo una situazione, bensì il contrario. Un invito a mettersi al sicuro, in attesa che le cose migliorino, è segno di grande saggezza e solidarietà verso chi vive momenti difficili, soprattutto di questi tempi.
Negli ultimi anni la Pandemia, le guerre e l’inflazione hanno daneggiato molte imprese e costretto molte famiglie ad “arrangiarsi”, creando un ricorso storico. Forse, quando la crisi passerà, si tornerà ad essere un pò meno egoisti e più solidali. Dare una mano a chi ne ha bisogno e fare da cuscino perché, anche se il letto è stretto, è più bello donare e proteggere, che restare soli ed esposti continuamente sul precipizio.