Se vuoi fare un buon Natale devi bruciare una pigna: la leggenda del lupino
La tradizione napoletana di bruciare una pigna nel periodo natalizio nasce da una leggenda sulla fuga in Egitto della Savìcra Famiglia.
Tra il popolo napoletano, notoriamente superstizioso e attaccato alle sue leggende, a Natale e a Capodanno era ed è tuttora tradizione benaugurate bruciare una pigna in casa per far diffondere l’odore della sua resina che si scioglie sul fuoco e raccoglierne e mangiarne i frutti.
Quella di bruciare la pigna è un vecchia tradizione che possiamo far risalire al 1600 e rielaborata dal maestro Roberto de Simone che la musicò e ne affidò il canto a Concetta Barra.
Mettono la panna acida nel ragù alla bolognese. Chef napoletano sbotta in tvLa leggenda è una delle tante che ruotano intorno alla fuga in Egitto della Sacra Famiglia. Ed è giunta sino a noi grazie alla tradizione dei “cunti”, ovvero dei racconti che si tramandavano oralmente e che costituiscono il patrimonio condiviso di tutti i napoletani, talvolta più della parola scritta.
Bruciare una pigna a Natale
La “leggenda del lupino” racconta che la Sacra Famiglia, per sì che Gesù Bambino scampasse alla strage degli Innocenti ordinata da Erode, fu costretta a fuggire da Nazareth. Durante il tragitto, la Madonna, con il Bambino tra le braccia, per sottrarsi ai persecutori chiese aiuto alle piante e agli alberi che trovava lungo il percorso. Così si rivolse al lupino dagli alti fusti che ben avrebbe nascosto e riparato la mamma e il santo Bambino, ma il lupino si rifiutò di offrire loro riparo e così come pena per la sua asprezza e il mancato aiuto, venne condannato per sempre a generare frutti amari.
Procedendo nella fuga, la Madonna trovò un pino e chiese aiuto anche a lui. Il pino benevolmente spalancò le sue enormi fronde per accogliere e nascondere madre e Figlio ai loro aguzzini. Gesù allora, in cambio della protezione ricevuta, benedisse il frutto di quest’albero e in ogni pinolo impresse una “manina” in ricordo della sua benedizione. Ma soprattutto fece dono alla pianta del pino dell’odore dell’incenso per perpetrare il ricordo della sua generosità.
Amo Napoli,le sue tradizioni …i sui napoletani….
Una leggenda bellissima …Grazie