O sazio nun crere a o riuno: un modo di dire napoletano che nasconde un disagio sociale

Alla scoperta di un modo di dire napoletano che cela una morale e un disagio sociale

Tradizioni e Curiosità
Articolo di , 03 Ago 2021
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La lingua napoletana ospita al suo interno uno smisurato bagaglio di contenuti. Non soltanto vocaboli assolutamente intrisi di napoletanità, ma anche modi di dire ed espressioni tipiche della citta metropolitana e dei suoi abitanti.

Napoli è la patria del cibo, e al contempo quella delle metafore e delle trasposizioni. E i suddetti elementi non possono che fondersi in innumerevoli frasi ripetute per la città, tra i suoi abitanti, di generazione in generazione, affinché si tramandino col significato effettivo. Un significato che profuma di segreto. Un segreto che può essere svelato soltanto con l’arguzia.

"Fà cuofeno saglie e cuofeno scenne", storia e significato del detto napoletano

Tra questi modi di dire figura sicuramente O sazio nun crere a o riuno”.

O sazio nun crere a o riuno

O sazio nun crere a o riuno è una frase molto nota in Campania.
Letteralmente significa “Colui che è sazio non crede a colui il quale è invece a digiuno”. La frase non si limita soltanto a un aspetto culinario statico, ma si riferisce alla fame. Chi ha placato la propria bramosia di cibo, laddove ne avesse avuta, non riesce a comprendere il desiderio di mangiare, ma soprattutto la necessità vera e propria di nutrirsi, di chi, invece, non lo ha fatto e al momento non riesce a farlo.
E, spesso, non soltanto colui il quale è più fortunato non è capace di capire lo status dell’altro, ma, molte volte, finisce anche per metterci bocca, commentandolo senza profondità.

Il significato recondito del modo di dire

Ciò che c’è dietro l’espressione O sazio non crere a o riuno è in realtà molto più ampio, come è facile immaginare.
La frase sottolinea infatti le disparità sociali presenti.
O sazio non crere a o riuno sottende perciò i privilegi di pochi a scapito delle difficoltà di molti, una situazione che ha sempre tenuto banco nel napoletano, fin dall’Unità d’Italia.
E ad accrescere un problema sociale di tal calibro perciò, si aggiunge anche la mancata empatia e il mancato desiderio di comprendere l’altro che è tipico di molti privilegiati, che decidono, coscientemente o meno, di giudicare la situazione precaria altrui dall’alto di un piedistallo, piuttosto che provare ad analizzarla e a capirla.

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