La mummia miracolosa di Bonito: la storia di ”zio Vincenzo Camuso” tra fede e mistero

La mummia di Bonito, nota localmente come di ''zio Vicenzo Camuso'' in provincia di Avellino, rientra tra i personaggi più misteriosi e affascinanti della Campania, invocato come un fautore di eventi miracolosi e grazie.

Tradizioni e Curiosità
Articolo di , 10 Mag 2021
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La mummia di Bonito, nota localmente come di ”zio Vicenzo Camuso” in provincia di Avellino, rientra tra i personaggi più misteriosi e affascinanti della Campania: è invocato come un santo con proprietà taumaturgiche, fautore di eventi miracolosi e di numerose grazie.

Nel suggestivo borgo medioevale di Bonito in provincia di Avellino, numerosi sono i personaggi illustri che sono passati alla storia ma uno in particolare, una misteriosa presenza veglia da oltre duecento anni sul paese e sui suoi concittadini: è la mummia di ”Vincenzo Camuso” uno scheletro dalle fattezze umane ben conservate che è riconosciuto, invocato, pregato come un vero santo (anche se la Chiesa ne prende le distanze) noto per le sue proprietà taumaturgiche per aver guarito ammalati, in particolar modo i bambini, e per l’aver procurato numerose grazie.

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A Bonito è conosciuto familiarmente come ”zio Vicienzo” per il suo particolare rapporto con i bonitesi di origine e di coloro che vivono all’estero, e per il legame che è riuscito ad instaurare con la sua terra natia, da molti secoli.

Questa particolare «mummia» è entrata a far parte dei tesori dell’Irpinia e della Regione Campania, e incorporata nei percorsi di fede e di mistero dove non manca uno sguardo rivolto alla scienza e alla medicina.

Chi era Vincenzo Camuso?

Per comprendere la sua affascinante storia, bisogna giungere sul panoramico belvedere di Bonito che offre uno spettacolo mozzafiato sulle valli dell’Ufita e del Calore; a pochi passi si scorge la misteriosa cappella intitolata a «Vincenzo Camuso» il cui nome incuriosisce da subito i turisti e i viandanti.

La cappella era stata intitolata Congrega della Buona Morte, ricavata nella cripta di quella che un tempo era la Chiesa dell’Oratorio e fatta abbattere in seguito al terremoto del 1962; oggi prende nome di Cappella Camuso o per l’esattezza di ”Cappella Zi Vicienzo Camuso” e custodisce le spoglie di uno scheletro ben conservato pari ad una mummia: la mummia di Bonito.

La scoperta di questa mummia è avvenuta per caso a seguito dell’editto napoleonico di Saint Cloud nel 1804 che stabiliva che le sepolture dovessero essere poste fuori dalle mura cittadine, nelle aree cimiteriali arieggiate e non più in cripte e in luoghi chiusi.

Da quel momento, furono effettuati dei lavori di recupero di resti ossei nella cripta nella chiesa dell’Oratorio dove un tempo era uso comune praticare la scolatura dei corpi e per caso, furono rinvenuti tre scheletri ancora integri, reduci di quel processo di pulitura e conservazione. Nell’intento di portarle fuori con l’esposizione all’aria, due si ruppero all’istante frantumandosi in manciate di polvere mentre uno solo, sembrava sfidare l’incuria del tempo: a quell’evento partecipativo, gli abitanti ci videro del «miracoloso» e provarono a dare o meglio a restituire il nome a quella mummia, indagando nel suo passato.

Ma a questo ci pensò il defunto stesso che come vuole la storia più che la leggenda popolare, volle farsi identificare a tutti gli effetti andando in sogno ai bonitesi e ai connazionali all’estero, presentandosi come Vincenzo Camuso, specificando il luogo di sepoltura.

Una storia che localmente si racconta è quella che riguardò l’ingegnere Antonio Nardone residente di Bonito che per una ragione ignota emigrò in Venezuela nel 1962.

Qui venne in contatto con una medium del posto e durante una seduta spiritica, la sensitiva di lingua spagnola, inaspettatamente iniziò a parlare in dialetto bonitese, rivolgendosi direttamente all’ingegnere: l’entità sovrannaturale che si presentò era quella di Vincenzo Camuso che rivelò il luogo di sepoltura e la morte avvenuta ben 374 anni prima del 1962: quella mummia allora sconosciuta, morì nel 1588.

Camuso raccontò di essere il “Beato da Bonito, 47 grazie tramite Padre Pio” di essere stato astemio ed ostetrico e di essere stato sepolto sotto la Cappella, come si usava in passato.
Il defunto fece un appello all’ingegnere, chiedendogli di scrivere una lettera rivolata al sindaco di Bonito affinché il suo corpo venisse riportato alla luce, ricordandogli infine di far fotografare il suo corpo per dimostrare come stava seduto.

L’ingegnere, incredulo non badò a quelle parole e non mostrò interesse. Nella successiva seduta spiritica, si ripresentò Vincenzo Camuso che rimproverò aspramente l’uomo e non volle rivolgergli la parola, visto che non aveva fatto quanto ordinatogli.

Mosso dallo spavento e da quel monito imperante, l’ingegnere si affrettò per recuperare il corpo mummificato di Vincenzo Camuso e finalmente ebbe il nome e il posto che meritava.
Quando si seppe la sua identità e si conobbero le grazie che egli dispensava, gli abitanti si prodigarono con fede a pregarlo per ottenere guarigioni da lunghe malattie e a vitalizzare la cappella, meta di pellegrinaggio religioso.

Nella tradizione popolare Vincenzo Camuso viene identificato a volte con la figura di un chirurgo perché spesso le grazie hanno un legame con difficili operazioni chirurgiche effettuate in particolar modo sui bambini; tal volte si racconta che sia stato un ciabattino profetico altre volte un monaco prodigioso.

La leggenda lo dipinge anche come un esilarante vendicatore che punisce a bastonate in sogno chi lo offende, chi gli manca di rispetto o chi possa mettere in dubbio i suoi poteri.

Oggi la mummia di “Zio Vincenzo” è messo in bella mostra come egli chiedeva, in una teca sempre curata, oggetto di venerazione e di culto non solo locale.
Migliaia sono sono ex-voto presenti nella sua cappella, oggetti devozionali in segno di ringraziamento portati dai fedeli direttamente sul luogo, testimonianze di grazie ricevute ad opera di Vincenzo Camuso.

Fonti

  • fonti web www.irpinia.info/sito/towns/bonito/cappellacamuso.htm
  • Anche la trasmissione televisiva di Freedom – oltre il confine presentato da Roberto Giacobbo ha effettuato quest’anno un servizio dal «permesso speciale» occupandosi di questa incredibile storia.
  • https://fb.watch/5ldjP8QyB6/

foto di copertina: orticalab.ut

 

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