“O mia bela Madunina”, la canzone simbolo di Milano inizia con un omaggio a Napoli
“O mia bela Madunina”, inno di Milano, incomincia con una nota di stima per la città di Napoli e la sua musica. La musica è qui che nasce, e si suona e si canta, da sempre, da Sorrento a Mergellina.
“O mia bela Madunina” è stata scritta e composta nel 1934 da Giovanni D’Anzi, compositore italiano nato a Milano da genitori meridionali, padre pugliese e madre campana. A lui si deve l’inno di Milano, una canzone dedicata alla Madonnina dorata, la statua alta poco più di quattro metri (e inaugurata nel 1774) che si affaccia sulla piazza principale di Milano, dal punto più alto del Duomo.
In onore di questa statua rivestita da lastre di rame e da oltre 6 mila fogli d’oro zecchino, e quindi in onore della Vergine Maria che rappresenta l’anima della città – dunque -, Giovanni D’anzi scrisse la canzone più famosa e caratteristica del capoluogo lombardo, inserendo nel testo anche una nota di stima per la città di Napoli: la città in cui nacque la musica.
Phonotype Record, la prima azienda di dischi in Italia fu aperta a NapoliIspirato alla Madonnina che domina Milano: la nascita dell’inno lombardo che si lega anche a Napoli
La canzone del compositore italiano Giovanni D’anzi, divenuta inno musicale milanese, inizia proprio così:
“A disen la cansun la nass a Napuli
e certament g’han minga tutt i tort
Surriento, Margellina tutt i popoli
I’avran cantà almen un miliun de volt
mi speri che s’offendera nissun
se parlom un cicinin anca de num”.
“Dicono che la canzone sia nata a Napoli
e francamente non hanno tutti i torti
Sorrento, Mergellina tutti popoli
l’avranno cantata milioni di volte
io spero che non si offenderà nessuno
se parliamo un poco anche di noi”.
Negli anni in cui Giovanni D’Anzi suonava il pianoforte e cantava al teatro di varietà Trianon di Milano, la canzone napoletana era universalmente riconosciuta e apprezzata. La voglia del compositore fu allora quella di dimostrare che anche in dialetto milanese e anche a Milano fosse possibile dire la propria dal punto di vista musicale; tant’è che il cantautore di origini meridionali, con l’intento di celebrare la città di Milano e la cultura musicale lombarda, scrisse in dialetto milanese quasi tutte le sue canzoni.
Nata, poi, anche in risposta alle non sporadiche richieste del suo pubblico (spesso di origini meridionali, ma non solo) che chiedeva di ascoltare le canzoni della tradizione partenopea, o comunque del sud del Paese, D’Anzi suonò e cantò a sorpresa questa canzone, sul finire di uno spettacolo che prevedeva un repertorio unicamente romano e partenopeo.
In definitiva, riconoscendo Napoli come il luogo in cui nasce la vera musica, come il centro dal quale si dirama una cultura musicale che meraviglia e trascina, oggi come allora, “O mia bela Madunina” – scritta di getto, con un dialetto milanese quasi frettoloso, e presentata a sorpresa una sera a teatro – nasce per dimostrare che ogni città ha qualcosa da dire, nel proprio personalissimo dialetto e nelle proprie, personalissime, sfumature.