L’Odissea di Emma Dante al Bellini che incanta ed emoziona

DA ASSOCIARE
Articolo di , 11 Nov 2016
1853
PALERMO 15.07.2015 - TEATRO BIONDO: L'ODISSEA DI EMMA DANTE ESEGUITA DAGLI ALLIEVI DELLA SCUOLA DEI MESTIERI DELLO SPETTACOLO. © STUDIO CAMERA/FRANCO LANNINO

Uscendo dal teatro dopo aver assistito allo spettacolo di Emma Dante, Odissea A/R, viene subito da dire “che bravi i ragazzi del Biondo di Palermo!”. Ma sarebbe riduttivo fermarsi solo a questo. L’artista palermitana ha confezionato un lavoro intenso ed emozionante, una rilettura dell’Odissea, ma sarebbe più opportuno dire della Telemachia, di omerica memoria, con intelligenza ed ironia.

Ne viene fuori uno spettacolo in cui si ride e sorride, con i Proci che parlano con forte accento siciliano o con Zeus che si trasforma in una caricatura autocelebrativa di se stesso, magistralmente interpretato da un giovane culturista, intento, mentre si rivolge ora agli dei, ora allo stesso Odisseo, ad esibire i muscoli con pose da gara. Insomma, un’Odissea che ha tutti i caratteri di quella commedia Nea che in età ellenistica dissacrava il mito e ne rideva portando sulla scena un mondo eroico e divino che poco aveva dell’astrazione e della sacralità che si confanno alle divinità ed agli eroi.

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Odisseo, Telemaco, Penelope, eroi dal volto umano, dunque, per un lavoro che va al di là dei protagonisti, un  lavoro corale dove tutti i personaggi contribuiscono a raccontare la storia senza tempo di un grande amore e di una lunga attesa.

Emma Dante porta sulla scena un’opera accattivante: scene e costumi essenziali, scelti e curati da lei stessa, movimenti scenici e passi di danza corale, accompagnati dalle musiche e dalle canzoni di Serena Ganci e da Bruno Di Chiara che si alternano a brani della musica pop contemporanea, strappano più di un applauso a scena aperta. Suggestive sono le scene in cui un lunghissimo drappo nero passa di mano in mano a tutti i protagonisti, un drappo simbolo della tela di Penelope che diventa ora sepolcro improvvisato per la stessa addolorata Penelope, riportata simbolicamente in vita dall’amore del figlio, ora prigione del dolore. Alla tela funebre si sostituiscono poi altre strisce di tessuto a scandire la scena che diventano pergamena per lunghe lettere al marito lontano e onde del mare solcato prima da Telemaco alla ricerca del padre poi da Odisseo stesso di ritorno verso la sua Itaca.

Gran parte del merito della riuscita dello spettacolo non è che loro, dei  23 allievi della “Scuola dei mestieri dello spettacolo” del Teatro Biondo di Palermo per cui l’artista palermitana ha scritto lo spettacolo e che non possiamo non citare uno ad uno per la loro bravura: Manuela Boncaldo, Sara Calvario, Toty Cannova, Silvia Casamassima, Domenico Ciaramitaro, Mariagiulia Colace, Francesco Cusumano, Federica D’Amore, Clara De Rose, Bruno Di Chiara, Silvia Di Giovanna, Giuseppe Di Raffaele, Marta Franceschelli, Salvatore Galati, Alessandro Ienzi, Francesca Laviosa, Nunzia Lo Presti, Alessandra Pace, Vittorio Pissacroia, Lorenzo Randazzo, Simona Sciarabba, Giuditta Vasile, Claudio Zappalà.

Informazioni

Dove: Teatro Bellini
Quando: fino al 13 Novembre
Orari :MARTEDÌ, GIOVEDÌ, VENERDÌ, SABATO ORE 21.00 – MERCOLEDÌ E SABATO ORE 17.30 – DOMENICA ORE 18.00

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