L’Orologio astronomico di Piazza Dante e l’Equazione del Tempo

L'ora esatta? L'Orologio astronomico sul Convitto Nazionale di Piazza Dante, segna l'eccezionale Equazione del Tempo; calcola con precisione il punto più alto del sole, lo Zenith, e si rifà alla rappresentazione della sfera celeste.

Arte e Cultura
Articolo di , 09 Giu 2017
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«Chi ha tempo, non perda tempo!» recita un noto proverbio italiano e il caso vuole che si addice proprio alla storia che stiamo per raccontarvi, quella del curioso Orologio situato sulla torre del Convitto Nazionale Vittorio Emanuele (o Foro Carolino) presente in Piazza Dante che per determinare lo Zenith, si avvale di un particolare meccanismo astronomico: l’Equazione del Tempo. Cos’è precisamente?

L’Orologio astronomico di Piazza Dante, unico esemplare in Europa

L’Orologio di Piazza Dante realizzato nel 1853, è l’unico esemplare in tutta Europa capace di calcolare con esattezza, il culmine massimo del sole allo Zenith che comunemente chiamiamo «mezzogiorno». La culminazione non avviene in maniera regolare perché non tutti i giorni solari hanno la medesima durata e non potendo star dietro ai ritardi e agli anticipi del sole, si è pensato di adottare un giorno solare medio e determinare in seguito, i restanti giorni annuali.
Qui entra in gioco l’Equazione del Tempo, un efficiente meccanismo astronomico che calcola la differenza tra il tempo solare vero e il tempo solare medio espresso generalmente per minuti e secondi; detta in maniera spicciola, sono algoritmi che contemplano l’inclinazione dell’asse terrestre rispetto all’eccentricità dell’orbita intorno al sole.

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La nostra civiltà ritiene che il giorno solare vero non sia molto affidabile come unità di misura del tempo e perciò si avvale di calcoli matematici e studi basati su algoritmi per determinare la misura del tempo civile. Secondo gli esperti, non tutti i giorni solari hanno la stessa durata perché la culminazione dello Zenith ha sempre uno scarto di minuti e secondi.

In astronomia questa differenza marginale dipende dal fatto che il tempo solare medio è basato sui movimenti ipotetici di un Sole (Sole Medio) che nel corso dell’anno si muove con moto uniforme lungo l’Equatore celeste; mentre il movimento annuale del Sole Vero spostandosi lungo l’eclittica, non segue un moto uniforme. L’equazione del tempo varia di anno in anno, passando da valori negativi a valori positivi e viceversa: questa rappresenta il ritardo (in negativo) o l’anticipo (in positivo) sommati nel corso dell’anno, tra la posizione del Sole vero e del Sole medio.
Il Sole Vero anticipa o ritarda di circa 16 minuti il suo passaggio al Meridiano rispetto al Sole Medio. Quando i due soli collimano perfettamente (cioè sono in congiunzione) l’equazione del tempo si annulla e si azzerano tutti i tempi.
Questa congiunzione avviene 4 volte l’anno: il 15 aprile, il 15 giugno, 1 settembre, e il 25 dicembre; in altri periodi dell’anno, l’equazione del tempo assume valori estremi (massimi e minimi) e ciò avviene il 12 febbraio, 15 maggio, 27 luglio, 3 novembre.

L’Orologio presente in Piazza Dante, eccezionalmente risponde a questo principio matematico basto su algoritmi da cui è possibile determinare in maniera esatta, il culmine del sole allo Zenith.

Per capirne di più, basta osservarlo; notiamo in realtà che mostra due quadranti sferici: il primo quello grande è il classico orologio da torre che segna l’ora media (un’ora convenzionale, il tempo che noi viviamo) il secondo orologio posizionato in basso e che cade in maniera perpendicolare al primo, è il celebre quadrante che indica L’Equazione del Tempo (come illustra la dicitura) la cui metà superiore, mette in rilievo la differenza in positivo e in negativo, dell’Ora Media solare e dell’Ora Vera solare.
Sembra difficile, ma non lo è; per avere l’ora esatta, cioè il classico mezzogiorno che spacca il secondo, bisogna fare attenzione ai numeri del quadrante inferiore.
I numeri situati alla sinistra stanno ad indicare che il Sole si trova più ad ovest e quindi in anticipo rispetto all’ora media (i minuti si addizionano all’orologio grande). Viceversa i numeri posti alla destra, stanno ad indicare che il Sole si trova più a est e quindi in ritardo rispetto all’ora media (i minuti si sottraggono all’orologio grande).

Ci spiega il dottor Edgardo Filippone cultore di gnomonica e docente di Biotecnologie alla Federico II che ringrazio per la sua precisazione: “Il Sole da Napoli non passerà mai allo zenit, ma al massimo (al solstizio d’Estate) ad una altezza di circa 72 gradi, MAI 90 gradi sull’orizzonte. Tra l’altro, al MVL il Sole culmina, cioè passa al meridiano locale e, quindi, alla massima altezza sul’orizzonte possibile per quella latiudine.
Infine, citiamo l’intervento sollecitato e fatto dall’ing. Antonio Coppola, eminente gnomonista napoletano nonchè Responsabile della Sezione Gnomonica dell’Unione Astrofili Napoletani, che ha rintracciato un artigiano che ha ricostruito il cuore dell’orologio che segna ì’equazione del tempo e non solo, avendo scoperto e fatto restaurare l’orologio solare verticale posto sullo stesso torrino ed impiegato all’epoca per verificare proprio il funzionamento dell’orologio meccanico riportante ‘equazione del tempo”
.

Questo particolare orologio ed unico esemplare in Europa, fu inserito nel 1853 nella torre del Convitto Nazionale Vittorio Emanuele II nell’attuale Piazza Dante, la piazza che nel 1757 ospitava il Largo Mercatello, ovvero il secondo mercato di Napoli, cuore pulsante della vita popolare e folcloristica partenopea.
Con l’ampliamento urbanistico e ornamentale della città, il re Carlo III di Borbone commissionò al celebre architetto Luigi Vanvitelli, l’imponente opera del Foro Carolino, simbolo del potere civile e politico di Napoli.
L’attuale struttura architettonica, conserva integra tutto l’aspetto di un tempo: a forma di emiciclo in stile neoclassico è cinta da un sontuoso colonnato, alla cui sommità svettano ben 26 statue che personificano le Virtù del sovrano. Fra gli autori di alcune di queste bellissime Virtù, vi sono le mani e l’ingegno di Giuseppe Sanmartino, il creatore del Cristo Velato.
Il centro di una delle nicchie doveva ospitare la statua equestre di re Carlo (opera mai realizzata ) mentre la torre, a seguito dei lavori si restauro avvenuti nell’Ottocento, presenta il classico orologio con il curioso quadrante dell’Equazione del Tempo.

Il curioso meccanismo davvero singolare, era fermo da anni e ignorato dalla stessa popolazione che mai sospettava di possedere un raro ed unico esemplare di orologio astronomico, fino a quando, grazie alla curiosità sollevata dalla dottoressa Daniela Salvatore docente di geografia astronomica del Convitto che ha iniziato a documentarsi e a compiere ricerche storiche sull’importanza di questo gioiello, scoprendo l’ennesima meraviglia.
Nel 2008 il frutto del suo lavoro si è tradotto in un’ inedito volume che casualmente è finito nelle mani di Egidio Mitidieri vice presidente della Fondazione Banco di Napoli che ha sostenuto il finanziamento per la riparazione di questo fantastico orologio. E’ tornato a funzionare!

L’orologio astronomico di Piazza Dante è un prezioso dono offerto alla città di Napoli che si inserisce nel lungo elenco dei beni di interesse storico-artistico e vanto dell’astronomia a livello europeo. Un grande primato.

2 risposte a “L’Orologio astronomico di Piazza Dante e l’Equazione del Tempo”

  1. Calico ha detto:

    Agli associati di AISOR (Studiosi Italiani di Orologeria) farebbe piacere conoscere il nome dell’artefice dell’orologio in questione e come (si suppone) materialmente sia riuscito nell’impresa.

  2. Edgardo Filippone ha detto:

    Mi spiace rilevare che l’estensore di questo articolo abbia compiuto un grossolano errore di astronomia. Infatti, nell’articolo si legge che al Mezzogiorno Vero Locale (MVL) il Sole è allo zenit ma questo evento per Napoli è IMPOSSIBILE!!! Il Sole da Napoli non passerà MAI allo zenit, ma al massimo (al solstizio d’Estate) ad una altezza di circa 72 gradi, MAI 90 gradi sull’orizzonte! Tra l’altro, così come è scritto, il lettore è erroneamente portato a pensare che il Sole passi al MVL sempre allo zenit: invece, al MVL il Sole culmina, cioè passa al meridiano locale e, quindi, alla massima altezza sul’orizzonte possibile per quella latiudine. Infine, non è citato l’intervento sollecitato e fatto dall’ing. Antonio Coppola, eminente gnomonista napoletano nonchè Responsabile della Sezione Gnomonica dell’Unione Astrofili Napoletani, che ha rintracciato un artigiano che ha ricostruito il cuore dell’orologio che segna ì’equazione del tempo e non solo, avendo scoperto e fatto restaurare l’orologio solare verticale posto sullo stesso torrino ed impiegato all’epoca per verificare proprio il funzionamento dell’orologio meccanico riportante ‘equazione del tempo. Per ogni ulteriore informazione, l’autrice può contattare me o l’ing. Coppola.

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