Crollo a Scampia, quali sono le vere cause? Il litigo sul ballatoio e la verità sullo stato dell’edificio
Le vere cause del cedimento strutturale della Vela Celeste sono collegate ad un litigio familiare? La narrativa non torna!
La notte del 22 luglio 2024, la Vela Celeste di Scampia, a Napoli, è stata teatro di un tragico crollo strutturale che ha causato la morte di tre persone e il ferimento di dodici, inclusi sette bambini. Da giorni, indagini sul cedimento cercano di identificare la causa del disastro, verificando al contempo la sicurezza delle restanti abitazioni.
Come restituisce in modo piuttosto tecnico e preciso uno studio di Geopop, la dinamica del crollo ha coinvolto le rampe di collegamento al terzo piano dell’edificio, provocando una reazione a catena che ha interessato anche i piani inferiori. Ma quali sono le vere cause del disastro?
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Le immagini diffuse su tutti i social mostrano chiaramente, senza lasciare spazio a spiegazioni aleatorie, uno stato di grave degrado degli elementi strutturali.
Sono tantissimi i cittadini che hanno evidenziato la mancanza di manutenzione e la necessità di interventi di riqualificazione, modifiche che erano state pianificate ma non ancora attuate.
Tuttavia, sono diverse le fonti che hanno voluto individuare la causa del crollo in un ipotetico litigo avvenuto tra individui dello stesso nucleo familiare. Il luogo dell’alterco sarebbe stato proprio il fragile ballatoio della Vela Celeste. Ma possiamo davvero attribuire la responsabilità, perché di colpa onestamente non si può parlare, ad una discussione accesa per un fatto simile?
L’incidente ha scatenato una serie di indagini volte a chiarire le cause esatte del crollo. Tuttavia, fin da subito è emersa una verità scomoda: la tragedia è stata il risultato di anni di incuria e abbandono. Già nel 2016, il progetto “Restart Scampia” aveva segnalato il grave stato di degrado della Vela Celeste, ma gli interventi necessari non sono stati effettuati. La manutenzione degli edifici pubblici è cruciale per garantire la sicurezza dei residenti, e la sua assenza ha portato a conseguenze fatali. Inoltre, l’abusivismo ha aggravato ulteriormente la situazione, con modifiche non autorizzate che hanno indebolito la struttura.
In seguito alla diffusione della notizia, è circolata – sui social e purtroppo anche su diverse testate giornalistiche – la voce della famigerata lite tra le famiglie coinvolte, usata come pretesto per giustificare l’evento. Questa narrazione è ricca di criticità, superficialità e falsità. Uno specchietto per le allodole per chi ha trattato questa terra con incuria e abbandono.
Lo stereotipo di “Scampia criminale” non regge più, i residenti del quartiere sono napoletani che hanno diritto e spazio di vivere in sicurezza nella propria città, abitando in case solide e granitiche come la loro esistenza.