La storia del palazzo più antico di Napoli: la decadente bellezza di Palazzo d’Angiò

In Via Tribunali, si erge nella sua decadente bellezza, il più antico palazzo di Napoli: Palazzo d'Angiò.

Arte e Cultura
Articolo di , 07 Nov 2022
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Foto di Armando Mancini C.C. BY S.A. 2.0

Un maniero dall’elevato prestigio, che sorge antistante la chiesa di Sant’Angelo a Segno e Vicolo San Paolo. Il Palazzo più Antico di Napoli nasconde, dietro i suoi quattro portici in piperno, un portale ogivale, da dove, a tutt’oggi, riemergono da un passato secolare gli stemmi angioini a giglio. Il maestoso edificio lotta contro l’inesorabilità del tempo, piegandosi senza vacillare. Palazzo d’Angiò era, inizialmente, diviso in due distinti fabbricati, di proprietà di Tommaso de Porta e del cancelliere del Regno Ade de Dussiaco.

La storia del palazzo più antico di Napoli

Secondo le testimonianze arrivate ai giorni nostri, il palazzo sarebbe stato offerto in dono, a Filippo di Valois, detto L’Imperatore. Il fratello di Roberto d’Angiò e figlio di Carlo II Lo Zoppo ricevette il maniero nel 1295, per poi procedere con i lavori di conversione in un’abitazione unica, in cui trovò dimora fino al 1302. Palazzo d’Angiò fu, di fatto, una sistemazione provvisoria, nell’attesa che i lavori per il completamento del palazzo nei pressi di Castelnuovo che il padre gli aveva destinato volgessero al termine.

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Filippo era sposato ad una delle figlie di re Manfredi di Svevia, Ithamar, che tentò di farlo uccidere dall’amante Bartolome Siginulfo, conte di Caserta e Gran Cameraio di Corte. La congiura fallì, portando al solo ripudio della moglie e all’esilio del conte. Alla morte di Ithamar, Filippo convolò a nozze con la nipote di Baldovino II, Imperatore di Costantinopoli: Caterina di Valois, da cui poté assumere il titolo di Imperatore.

Si evince che Palazzo d’Angiò abbia assistito al susseguirsi di figure particolarmente illustri per la storia partenopea e non solo. Non a caso, il palazzo più antico di Napoli venne, poi, ereditato dal figlio di Filippo e Caterina, Luigi, per poi diventare di proprietà dei principi di Tursi, che lo modificarono ulteriormente, aggiungendo finestre e balconi in stile barocco e i celebri archi di sostegno che riusciamo ancora a vedere, allo scopo di sostenere i pesanti porticati.

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