La cresommola: storia ed etimologia del termine napoletano

La cresommola, un termine napoletano dalla lunga storia.

Tradizioni e Curiosità
Articolo di , 20 Nov 2024
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La lingua napoletana è un agglomerato di regole, di tradizioni e di colori.

Si tratta di un sistema linguistico così approfondito e così composito poiché esprime la storia della città che l’ha creato.
La lingua partenopea è infatti il risultato di un’enorme storia, di una storia lunga secoli, secoli nei quali si sono susseguiti innumerevoli avvenimenti e nei quali si sono stanziati tantissimi popoli differenti. Questi ultimi hanno contribuito a creare quella che è la vita attuale della città sotto molti aspetti, tra i quali non manca quello culturale.

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L’influenza greca nel dialetto napoletano

Gli antichi greci sono stati fondamentali per la storia di Napoli.

Il virtuoso popolo, dotato di grande volontà e di un’enorme fame di conquista, come è ben noto, non disdegnarono la Campania nel loro riuscito tentativo di fondazione della Magna Grecia. A questi ultimi sono infatti addirittura dovute le origini della città di Parthenope.

La loro contaminazione nella città del sole è stata così presente da esserlo addirittura tutt’oggi. Il loro modo di parlare, i loro lemmi e i loro idiomi si sono mescolati con quelli già presenti nella zona, fino a divenire importante parte della lingua napoletana all’epoca e da risultare presente ancora oggi, nonostante il passare dei secoli.

La cresommola

L’influenza linguistica greca non ha risparmiato alcunché. Anche la frutta è stata grecizzata. Termini napoletani così distanti dai corrispettivi italiani devono infatti le proprie origini proprio a tale antica cultura.

A Napoli, l’albicocca infatti diventa la cresommola.
Ma come si arriva da albicocca a cresommola?
È qui che entra in ballo la Grecia.

Il termine cresommola deve la propria etimologia proprio all’antica Grecia.
La parola deriva infatti dai vocaboli chrysoun melon, che hanno il significato di “frutto d’oro”.

La cresommola è ritenuta difatti il frutto d’oro poiché, quando è matura, sui rami della sua pianta d’albicocco brilla come fosse vero oro.

 

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