“L’ uocchie sicche so’ peggio d’ e scuppettate”: significato del detto
"L'uocchie sicche so' peggio d'e scuppettate" : quante volte abbiamo utilizzato questo detto dal significato semplice e dalla sottile ironia?

“L’uocchie sicche so’ peggio d’e scuppettate” : quante volte abbiamo utilizzato o sentito questo detto? Un modo di dire profondamente radicato nel pensiero di Napoli. E per questo, probabilmente, uno dei più diffusi.
Il suo significato è semplice, ma anche sfumato, dall’ironia sottile, quella che piace ai napoletani. E, soprattutto, come spesso capita con i detti campani, è più antico di quanto crediamo.
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Cosa sono precisamente questi “uocchie sicche” ? A chi appartengono? Gli occhi secchi, a Napoli, sono un modo per chiamare il Malocchio. Il Malocchio è conosciuto anche – e forse soprattutto – come ” ‘a seccia“.
L’ origine della seccia è la “iattura“, ovvero la fattura, un incantesimo che attira sfortuna sulla sua vittima. Napoli è una città profondamente legata alle sue credenze, come tutto il meridione pieno di rimedi contro la seccia, le iattura e la sfiga. Il curniciello, il sale nella borsa, sono tutti simboli e riti che allontanano il Malocchio. E l’occhio “malo”, o “sicco” è lo sguardo di colui che presta molta attenzione, osserva e spera il male altrui. Ma anche le immagini dei santi, il ferro di cavallo, le corna con le mani – unite all’espressione “tiè” – appartengono agli “apotropaici”. Tutte usanze fortemente presenti nella quotidianità e nella ritualità gestuale napoletana.
Un detto il cui significato letterale esprime con grande vitalità la gravità del voler male al prossimo. Letteralmente, abbiamo dunque: “Gli occhi secchi sono peggiori di un colpo di fucile (la scuppettata)”. Gli “uocchie sicche” non sono altro che occhi socchiusi, assottigliati dall’invidia e la gelosia.
Che si voglia credere o meno ad una comune paura, antica come il mondo e per la quale c’è un rimedio in ogni cultura, la negatività è potente. I pensieri negativi, una “aura” sporcata da sentimenti di animosità è certamente meno attraente di uno spirito ottimista. Resteremo quindi nel dubbio sui soggetti per cui gli “uocchie sicche” saranno peggio delle “scuppettate”: quelli che il male lo augurano o le vittime del malocchio esterno?
Noi, per sicurezza (che non è mai troppa), rispondiamo con il sopracitato “tiè!”
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