Omicidio Santo Romano, il racconto del killer minorenne: “Mi hanno sporcato le scarpe da 500 euro”
Quella sera l'amico di Santo Romano gli aveva accidentalmente sporcato le scarpe da 500 euro, da lì l'escalation di violenza: il racconto del killer.
Cronaca. Il killer 17enne che ha confessato di aver ucciso Santo Romano a San Sebastiano al Vesuvio racconta la sua versione della lite scaturita per delle scarpe sporche.
Omicidio di Santo Romano a San Sebastiano al Vesuvio: il killer 17enne racconta la lite fatale
A pochi giorni dall’omicidio di Santo Romano, il 19enne ucciso la notte tra l’1 e il 2 novembre scorso a San Sebastiano al Vesuvio, emergono nuovi dettagli dalle indagini.
Napoli, quasi 11mila annunci di affitti brevi su Airbnb: la città si sta trasformando in una maxi casa vacanzaIl giovane killer 17enne ha confessato il delitto durante l’interrogatorio, spiegando che la lite che ha preceduto l’omicidio sarebbe scaturita da un amico di Santo Romano che gli aveva accidentalmente sporcato le scarpe da 500 euro. Un episodio che ha scatenato un’escalation di violenza culminata in un colpo di pistola letale.
Le versioni emerse dagli interrogatori
Secondo i verbali, pochi minuti prima di sparare a Romano, il ragazzo avrebbe avuto un’altra discussione in piazza con un altro giovane, al quale avrebbe puntato la pistola sotto il mento, come confermato da un testimone. Un altro testimone ha invece raccontato di aver visto il minorenne con la pistola, prima di un ulteriore alterco che ha portato alla tragedia.
Il giovane ha confessato di essere l’autore del delitto, ma ha motivato il suo gesto dicendo di aver sparato “per difendermi“, sebbene le circostanze non indichino una situazione di legittima difesa.
Le immagini delle telecamere di sorveglianza mostrano il momento in cui Santo Romano si avvicina all’autovettura del 17enne, prima di allontanarsi e tornare indietro, probabilmente per un tentativo di chiarimento. In seguito, il colpo mortale al petto.
Una fuga “estremamente lucida” secondo gli inquirenti
Il giovane si è poi dato alla fuga, abbandonando la scena dell’omicidio e rifugiandosi successivamente ai baretti di Chiaia a Napoli, dove ha cercato di liberarsi della pistola gettandola in un tombino insieme alla SIM del telefono.
Le ricerche hanno portato i carabinieri a rintracciare il 17enne in un’abitazione di Napoli. La rapidità con cui si è cercato di far sparire le prove ha sorpreso gli inquirenti, che non hanno escluso che il giovane avesse già pianificato una fuga prima di compiere l’omicidio.
Il giudice del tribunale dei minorenni, Anita Polito, ha sottolineato la lucidità con cui il ragazzo ha agito, nonostante la sua condizione psichiatrica, e ha disposto la sua detenzione in una struttura carceraria, considerando anche la sua vicinanza ad ambienti criminali.
La tragedia ha suscitato anche un forte dolore tra i familiari e gli amici di Santo Romano, che ricordano il giovane come una persona altruista, intervenuta per difendere un amico, senza avere alcuna colpa nell’iniziale litigio.