“Tene’ a serpe dint’ ‘o manecone”, alla scoperta di un magico modo di dire napoletano
Chi è che tene' a serpe dint' 'o manecone a Napoli? Scopriamolo insieme

La lingua napoletana è uno scrigno ricco di meraviglie. Meraviglie che prendono le sembianze di detti, di modi di dire, di espressioni e di vocaboli peculiari.
Ogni elemento esistente all’interno della lingua napoletana è un elemento pregno di significato e di unicità.
Difatti la singola parola, la singola frase partenopea esprime un mondo a sé stante, del tutto separato da qualsiasi altra per contenuto, per significato, per storia e per nascita.
Ognuna di esse rappresenta la natura della città metropolitana e l’anima dei suoi cittadini.
Chi te vò bene te fa chiagnere, il significato del detto napoletanoSe una è quanto di meglio si è riusciti a tirare fuori da una dominazione passata, l’altra è la lezione appresa da una sconfitta, e un’altra ancora è l’ironia tirata fuori da un brutto momento, e ancora un’altra è il risultato di un fatto riportato in città.
Esiste un numero esorbitante di modi di dire, di espressioni e di detti partenopei così particolari da meritare approfondimenti.
In questo articolo la nostra attenzione è finita su Tene’ a serpe dint’ ‘o manecone.
Tene’ a serpe dint’ ‘o manecone, che significa?
Tene’ a serpe dint’ ‘o manecone è una frase che significa letteralmente avere il serpente nella grossa manica.
È lapalissiano che chi fa uso di questo modo di dire non si riferisce a una serpe accampata all’interno di un indumento umano. L’espressione sottende perciò un significato diverso da quello espresso dalla letteralità. Ha un serpente nella manica chi nasconde qualcosa.
Colui il quale ospita nella manica del suo capospalla un figurato serpente, si impegna nel non svelare qualcosa, ha interesse nel tenere celate delle informazioni.
La natalità dell’espressione
Ogni modo di dire napoletano, come precedentemente affermato, ha alle sue spalle una storia diversa, ha dalla sua degli aneddoti particolari, delle origini singolari.
Tene’ a serpe dint’ ‘o manecone non fa eccezione.
Tale frase nasce dal mondo della magia. I prestigiatori, i giocolieri, i maghi da feste ed eventi, sono soliti nascondere il segreto della riuscita dei loro trucchi all’interno dei capi d’abbigliamento. Ed ecco che dal mantello sbuca l’elemento che fa riuscire il trucco, dalla manica appare la carta sparita e via dicendo.
Da questa circoscritta situazione, la serpe nel manicone si è evoluta, perdendo il suo aspetto magico e assumendo dei toni maggiormente cupi.

