Le rampe del Petraio, una fuga dalla città ricca di meraviglia
Una celebre scalinata che attraversa in verticale Napoli. Un percorso tutto da vivere, alla scoperta di scorci suggestivi della città.
Il Petraio a Napoli, si tratta di una delle rampe di scale tra le più antiche e storiche. Costruite tra il XVI e il XVII secolo, prendono il nome dal solco sul quale vennero edificate. Solco che venne creato grazie alle pietre e ai ciottoli trascinati dalle piogge. Furono costruite per collegare il quartiere collinare del Vomero al quartiere di nuova costruzione Chiaia.
Nel corso del tempo, sono state ampliate e migliorate. All’inizio le scale erano popolate da pastori e lavandaie, che ispirarono una delle più vecchie canzoni napoletane. Tra la fine dell’800 e i primi del ‘900 divennero invece un luogo abitato da famiglie benestanti grazie alle quali si costruirono le bellissime villette in stile Liberty.
Trentinara, torna la festa del Pane sulla "terrazza del Cilento"Le rampe del Petraio, un percorso variegato lungo 503 gradini
Formata da 503 gradini, con il toponimo Petraio viene inteso tutto il borgo reso famoso anche dal romanzo Malacqua e dal film le Quattro Giornate di Napoli. La tortuosa discesa di scale inizia da via Annibale Caccavello (vicino alla certosa di San Martino) scendono verso il Corso Vittorio Emanule e poi giù verso Chiaia, lungo le eleganti rampe Brancaccio.
Addentrarsi lungo le rampe del Petraio vuol dire imbattersi in un tragitto bello e variegato, fatto di paesaggi collinari, vista sul golfo con annesso Vesuvio, giardini e palazzi in stile liberty.
Percorrendole dall’alto verso il basso, le scale separate da un corrimano centrale, sembrano lunghissime. Il primo tratto, dritto e ripido, è caratterizzato dalla presenza del verde della natura, si costeggia infatti la vigna di San Martino, che con i suoi sette ettari rappresenta uno dei vigneti urbani più grandi d’Europa. Verde della natura che si mescola ai colori vivaci delle case, dei “vasci” ma nel borgo del Petraio troviamo architetture di Liberty napoletano realizzate all’inizio del XX secolo. Tra le più importanti ricordiamo villa Ascarelli, villa Pansini e villa Mellucci. La più importante del borgo è senza dubbio villa Santarella. Un edificio costruito come un piccolo castello per il celebre commediografo Eduardo Scarpetta.
Un’atmosfera disancorata dal caos cittadino
Ritornando alla discesa delle scale, oltre al piacere per gli occhi si percepisce un silenzio quasi irreale, forse perché è meglio conservare il fiato per la discesa, ma il motivo principale è che siamo ancora lontani dal caos delle auto.
Sembra di entrare in un mondo a parte, sospeso nel tempo. Proseguendo la discesa la collina inizia a sparire lasciando sempre più spazio alla vista del mare e del Vesuvio. L’ultimo tratto, dopo Corso Vittorio Emanuele, segna un punto di svolta. I colori dei “vasci” diventano grigi cambiando anche nell’aspetto. Imboccata Via San Carlo alle Mortelle, troviamo l’omonima chiesa eretta nel ‘600 in stile barocco.
L’ultimo tratto prima di arrivare a Via Chiaia è rappresentato dai Gradoni di Chiaia, la cui costruzione risale al XVI secolo. Questi ultimi rappresentano un po’ la sintesi, dal punto di vista urbanistico, del percorso fatto. Vi troviamo infatti edifici popolari, che abbiamo trovato nella seconda parte della discesa, che convivono con palazzi signorili, caratteristici invece della parte alta. Il traffico si fa sentire ma l’ultimo sforzo è ricompensato. Il mare è a pochi metri.
Un fascino composito ed unico
Un po’ rurale, un po’ hipster, com’è di moda oggi, il Petraio ha un fascino variegato e bello che lo rendono un posto molto cool. Anche nel passato lo era, tanto che molti artisti lo scelsero come un luogo dove trovare pace e relax. Il pittore svizzero Paul Klee, per esempio, trascorse al Petraio la Pasqua del 1902 e ne rimase folgorato. Dalla sua camera vedeva sia la natura che il golfo. “Giace ai miei piedi, come un gigantesco anfiteatro, la città meravigliosa con il suo brusio” le testuali parole dell’artista elvetico.
Il borgo del Petraio è una fuga dalla città restando in città, riuscendo a sorprendere perfino gli stessi napoletani.