Parthenope e il monologo di Luisa Ranieri (Greta Cool) che fa discutere: “Orrendi napoletani, vigliacchi e piagnucolosi”
Sorrentino divide Napoli con la provocatoria invettiva di Luisa Ranieri nei panni di Greta Cool nel film Parthenope che scatena il dibattito.
Cinema. Il nuovo film di Paolo Sorrentino, Parthenope, sta riscuotendo un grande successo di pubblico. La pellicola, ambientata in una Napoli che esplora le sue mille contraddizioni, ha suscitato molte discussioni, specialmente per un monologo della diva in decadenza, Greta Cool, interpretata da Luisa Ranieri.
Parthenope, Sorrentino divide Napoli con la provocatoria invettiva di Greta Cool
Napoli è al centro di un intenso dibattito dopo l’uscita del nuovo film di Paolo Sorrentino, Parthenope, che con una sceneggiatura audace – oltre a mostrare la meraviglia dei luoghi – tocca le corde profonde della città e dei suoi abitanti. Al centro della polemica, un monologo esplosivo pronunciato dalla diva decadente Greta Cool, interpretata da Luisa Ranieri, che definisce i napoletani in modo severo:
L'eredità dei francesi a Napoli: dal Castel Nuovo al Borgo Orefici“Siete poveri, vigliacchi, piagnucolosi, arretrati, rubate e recitate male. E sempre pronti a buttare la croce addosso a qualcun altro, all’invasore di turno, al politico corrotto, al palazzinaro senza scrupoli, ma la disgrazia siete voi, siete un popolo di disgraziati. E vi vantate di esserlo, non ce la farete mai… cari orrendi napoletani io me ne torno al Nord, dove regna il bel silenzio, dal momento che io non sono più napoletana, da molti anni. Io mi sono salvata, ma voi no. Voi siete morti“.
Queste parole, pronunciate con un look che ricorda una giovane Sophia Loren, hanno colpito nel segno: Parthenope, nelle prime settimane di programmazione, ha polarizzato l’opinione pubblica. Tra i fan del film, c’è chi considera l’invettiva come un capolavoro artistico e una provocazione, mentre altri sentono il peso delle accuse di Greta come un affondo al cuore della napoletanità.
L’opinione pubblica sul monologo
Molti intellettuali e personalità napoletane sono intervenute. L’assessore alle infrastrutture del Comune di Napoli, Edoardo Cosenza, lo definisce “un film che ammalia e fa male”, ammettendo che il monologo “prende a pugni nello stomaco” gli spettatori, ma sottolineando l’importanza di vedere Parthenope per abbracciare Napoli “da tutti i punti di vista”.
Il musicista Eugenio Bennato trova l’invettiva simile al celebre “fujtevenne” di Eduardo De Filippo, commentando: “C’è una grande ironia in quelle parole, ma anche un atto di amore verso la città, che non va celebrata solo nei suoi aspetti positivi, ma anche criticata per crescere”.
Il parere della Ranieri
In un’intervista, Luisa Ranieri chiarisce che il suo personaggio non vuole essere un riflesso di Sophia Loren, malgrado l’innegabile somiglianza stilistica. “La povera Sophia non c’entra nulla, lei non ha mai parlato male di Napoli” afferma Ranieri, “Greta è un archetipo”, pensato per rappresentare una visione parossistica della città e dei suoi complessi, un espediente che Sorrentino usa per stimolare una riflessione sulla bellezza e le difficoltà di Napoli.
Tra chi condanna e chi applaude, Parthenope si conferma come un’opera che lascia il segno, alimentando il dibattito culturale e sociale su Napoli, in tutte le sue sfaccettature, e sui suoi abitanti.