Parco Archeologico di Baia, ritrovata la testa di Mercurio: era stata rubata nel 1978

La terme di Baia acquisiscono un tassello importante della loro storia: la testa del dio Mercurio.

Arte e Cultura
Articolo di , 07 Ago 2023
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Foto Parco Archeologico Campi Flegrei

Il Parco Archeologico delle terme di Baia è uno dei luoghi più suggestivi della Campania, emblema della ricchezza culturale ed archeologica presente nella zona Flegrea, culla di compresenze e sincretismi in cui la società si è evoluta e ha lasciato ai posteri degne tracce di sé.

Le scoperte, al Parco Archeologico di Baia, si susseguono con cadenza regolare, offrendo sempre più spunti alla ricostruzione di un tempo passato eppur ricco di elementi in comune con il presente. Un recente ritrovamento restituisce alla statua del dio Mercurio la sua testa perduta.

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Parco Archeologico di Baia, Mercurio ritrova la testa

La testa di una statua, quella che raffigura il dio Mercurio, è stata recentemente restituita al suo legittimo proprietario: la divinità stessa, appunto. La parte superiore dell’opera era andata perduta nel 1978, quando era stata letteralmente trafugata.

Il furto è diventato un giallo senza soluzione fino ad oggi, quando il minuzioso lavoro dei Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale ha portato al ritrovamento del prezioso capo. La testa ricciuta della divinità, ritornata alle Terme romane di Baia, è stata svelata nella prima serata di giovedì sera da Alberto Angela durante la messa in onda della trasmissione Noos.

Il Parco archeologico Campi Flegrei, in un comunicato, racconta la storia del furto e del ritrovamento: «Era la notte tra l’8 e il 9 giugno del 1978 quando la testa della statua di Hermes, ritrovata qualche decennio prima nella Villa della Sosandra a Baia, sparì. Fu brutalmente staccata dal corpo, lì dove il Maiuri l’aveva posizionata, vicino all’altra celebre statua ritrovata nell’area, l’Afrodite Sosandra. Da subito partirono le ricerche e qualcosa i Carabinieri del Nucleo Tutela patrimonio Culturale dovevano già aver scoperto visto che l’8 maggio dell’anno successivo arriva alla Soprintendenza di Napoli una lettera dalla Germania. La testa, ben riconoscibile per quella particolare macchia rossastra sulla bocca, è stata restituita e provvisoriamente depositata nella Glyptothek di Monaco di Baviera . Pochi mesi e gli stessi Carabinieri, l’11 luglio del 1979, restituiranno all’allora Soprintendente Fausto Zevi la testa di Hermes, in apparente buono stato. Da lì in poi inizia però una nuova, più lunga, avventura per questo sfortunato reperto, anche a causa del percorso giudiziario per il furto, che non rende possibile l’immediata ricollocazione. Il tempo e l’enormità del materiale depositato nei depositi del Museo Archeologico di Napoli fanno si che del reperto si dimentichi la collocazione, ma, alcuni mesi fa, una intensa, ma anche fortunata, indagine degli archeologi del Parco archeologico dei Campi Flegrei porta a ritrovare la scatola originaria, con ancora il giornale del 1979 che avvolgeva il prezioso marmo. Ci è voluto poco, da quel momento, ad unire le forze di tutte le istituzioni coinvolte, e grazie anche all’aiuto Scuola di Alta Formazione per il Restauro – ICR , la testa di Hermes è oggi tornata a Baia, come 45 anni fa, ma anche come oltre 2000 anni fa, nel luogo dove gli antichi romani l’avevano voluta».

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