Omicidio di Giovanbattista Cutolo, parla il padre del 17enne reo confesso: “Chiedo perdono. Mio figlio deve pagare”
Omicidio di Giovanbattista Cutolo, parla il padre del minorenne reo confesso dell'omicidio: il dolore nelle sue parole è palpabile.

L’omicidio di Giovanbattista Cutolo continua a creare dolore, non si riesce a parlare d’altro a Napoli e dintorni, ed è forse giusto così. Una ingiustizia così profonda, così sintomatica di un malessere condiviso e sociale, dovrebbe durare per tutto il tempo necessario. Dovrebbe durare abbastanza da dare giustizia alla vittima e a tutti i ragazzi che come lui vogliono solo poter vivere, lavorare, nella propria città.
Cutolo voleva suonare a Napoli, portare la bellezza del suo suono nei luoghi belli e rappresentativi della capitale del Sud, ma la sua vita è stata spezzata in un modo ingiustificabile. Il ragazzo che gli ha sparato è reo confesso, sotto fermo convalidato, ma la sua vita e le sue motivazioni ancora ci sfuggono.
Fanpage, assetato di verità e giustizia, è riuscito a raggiungere il padre del ragazzo, che ha rilasciato un’intervista cruciale. Ecco quali sono state le sue parole!
Omicidio di Giovanbattista Cutolo, parla il padre del ragazzo che ha premuto il grilletto
Il padre del ragazzo, chiaramente distrutto dalle azioni efferate e gravissime del figlio adolescente, ha parlato con Fanpage, rilasciando la prima intervista ufficiale dalla morte di Giovanbattista Cutolo.
“Posso cominciare solo a chiedere perdono a questa famiglia. È una cosa bruttissima. Solo al pensiero… è una settimana che stiamo distrutti tutti. Noi siamo una famiglia che ha sempre lavorato. Ci sono stati degli sbagli, degli errori che ho fatto anche io, che ho commesso nel passato. Ho trovato la mia strada e sto lavorando. Mio figlio l’ha fatta molto grossa e la deve pagare per tutto quello che la Giustizia chiede. Noi non ci siamo opposti a nulla, abbiamo solo cercato di dire di aiutarlo” afferma l’uomo, visibilmente scosso.
Poi, continua: “Tramite assistenti sociali, persone con cui può parlare un ragazzo di 17 anni. Ha fatto una bruttissima cosa e va condannato e deve pagare per quello che ha fatto”.
Non si dà pace, come mostra nell’intervista in cui appare in lacrime: “Vivo molto il fallimento di me stesso per non aver potuto dare più tempo a mio figlio, per portarlo su una strada migliore. I genitori di Giovanbattista hanno tutto il mio appoggio. La giustizia deve arrivare, arriverà. Togliere una vita è la cosa più grave che esista al mondo, è una cosa che ti porterai dietro per tutta la tua vita. È giusto che sia così. Perché tu hai la fortuna che adesso vivi. Lui non ce l’ha, la fortuna. Lui adesso sta a terra. Io sto distrutto, ma io mi metto nei panni della famiglia. Se un giorno la incontrerò io più di inginocchiarmi non non so cosa dirgli, mi butterò ai loro piedi e cercherò perdono per mio figlio“.
L’uomo conclude così: ” Non ti rendi conto che un figlio di 16, 17 anni, può essere vulnerabile e tu pensi solo ad andare avanti, a vedere di mandare avanti la famiglia, di farla stare bene. Ma forse non ti rendi conto di quello che fanno la notte. Perciò io sto pensando solo al figlio, sto pensando solo a questa persona che sta a terra. A me quello mi sta distruggendo“.

