Educazione napoletana: 5 cose che una mamma di Napoli insegna a suo figlio

Quali sono le cose più importanti che un genitore napoletano dovrebbe trasmettere ai propri figli? Ecco i valori dell'educazione napoletana, quelli da tramandare alle generazioni future.

Tradizioni e Curiosità
Articolo di , 10 Set 2024
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Ad essere completamente onesti la nostra città, Napoli, e noi come popolo siamo in un limbo di sentimenti contrastanti praticamente da sempre. La gente o ci ama o ci odia (quando non ci conoscono) e i motivi sono tanti.

Ci sono moltissimi che, pur non essendo napoletani di origine, lo sono di adozione per la passione che nutrono per la nostra città, un esempio su tutti Renzo Arbore, innamorato di Napoli da anni. Come lui tanti altri.

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Siamo invidiati per la bellezza della nostra città e i suoi panorami. Siamo ben voluti per per il nostro carattere passionale ed espansivo, cortese e gioioso. Poi c’è l’altra faccia della medaglia, fatta di stereotipi, come ogni altra città del mondo, e di fatti innegabili.

Nella società odierna avere un bambino, ovunque, non rappresenta più una gioia assoluta. Dopo i primi momenti di festeggiamenti i dubbi si accavallano.

Oltre alle classiche domande che ogni neo genitore si fa, uno dei dubbi principali rappresenta proprio il luogo di nascita del figlio.

“La città offrirà buone prospettive?” “Avrà un buon futuro qui?” e così via.
Queste domande se le fanno tutti, che siano in Australia, Cina o Italia.

E i genitori napoletani?

Beh, loro hanno un dibattito interno profondo, da una parte c’è la paura che la città non possa offrire buone prospettive per la disoccupazione e così via, dall’altra c’è il grandissimo orgoglio di dichiarare “sono napoletano”, che non è una provenienza qualsiasi.

Cosa significa essere napoletano

Sono napoletano” implica molto di più: implica il fatto che ho la musica nel sangue, e con buone probabilità anche il canto, significa che mi so destreggiare nella vita e che so cadere sempre in piedi, significa che so cos’è la ‘cazzimma’ e per questo non la uso.

Significa anche che “quello che teng t’o dong, nun m’o stip”, significa che so dire ‘favorite’ se mangio in presenza di qualcuno, significa che se vedo qualcuno caduto per strada non lo scavalco (riferimento al film FFSS), e significa che se ci interessiamo dei fatti degli altri non è per ‘inciuciare’ ma molto probabilmente per aiutare.

Ci teniamo infatti ad essere d’aiuto, possibilmente anche ad essere i primi, anche se magari non sappiamo tanto su quel problema specifico ma ‘mo verimm’.

I valori che i genitori napoletani insegnano ai figli

Ecco alcuni dei valori fondamentali dell’educazione napoletana, che i genitori insegnano ai figli

  • EMPATIA

Condivisione, solidarietà sono valori che abbiamo nel sangue e dobbiamo tramandare, che sia dare un pezzo di torta al vicino o condividere una birra con un ragazzo in piazza che sta seduto accanto a te. Che sia per la guerra o la povertà che in passato abbiamo conosciuto, questi valori ci sono stati tramandati dai nostri genitori e sono apprezzati da chiunque. Dunque è buono ricordare di che pasta siamo fatti.

  • RETAGGIO DEL PASSATO

Bisogna raccontare ai prossimi napoletani chi era Masaniello, il nostro rivoluzionario ma anche chi è il Munaciello senza scordarci di Pulcinella. Bisogna dirgli, magari tramite i nonni, com’è stato il terremoto a Napoli dell’80, della guerra e delle Quattro Giornate di Napoli. Queste sono eredità immateriali ricchissime che sono soprattutto nella nostra memoria e abbiamo il dovere di condividerle. Così come tutti gli altri miti e leggende di cui la nostra città è così prospera e che la rendono tanto intrigante.

  • PROVERBI

Una delle nostre caratteristiche come popolo è che abbiamo detti e proverbi che sono molto audaci e veritieri. Condividerli farà vedere la vita sotto un altro aspetto, più leggero, più forte.
Il napoletano è sempre arguto, ha la risposta pronta e questo s’impara sin da piccoli. I bambini napoletani sono svegli, divertenti e in un certo senso più adulti.

  • CIBO

Offrire e ricevere cibo a Napoli è un arte, ma anche negarlo. Probabilmente perché i nostri antecedenti hanno conosciuto la fame, ancora oggi per noi il cibo è sacro.
Non si butta via niente, ed infatti molti dei nostri piatti più buoni sono costituiti con gli “avanzi” del giorno prima, vedi frittata.
E’ per noi automatico offrire cibo agli altri, significa prendersi cura di un’altra persona. Accettare il cibo è mostrare rispetto sia per esso stesso che per la persona che l’ha preparato. Negarlo invece è fatto con modi educati, “come se avessi accettato” dimostra infatti che apprezzo quello che mi offri anche se non lo prendo.

  • W.O.P.

I nostri avi sono stati emigranti per anni, hanno vissuto la fame della speranza e la fame dello stomaco, si sono costruiti un futuro dal niente.
Essere napoletani significa che la nostra nazionalità è il mondo.
Sia per i popoli che ci hanno conquistato, sia per quelli che abbiamo ospitato e che ci hanno ospitato. Siamo cittadini del mondo e conosciamo il mondo anche senza esserci mai mossi dalla città. Cadiamo in piedi, conosciamo l’arte della sopravvivenza e l’arte dell’arrangiarsi. Abbiamo la capacità di poter comunicare con tutti e di relazionarci con tutto.
Conosciamo il napoletano che ci serve nella vita quotidiana, e l’italiano che ci serve per il resto.
Ridiamo alle scenette di Totò che abbiamo visto e rivisto, cogliamo certe sfumature nelle battute che altri non colgono, sappiamo che tradurre certe parole dal napoletano all’italiano non rende.

Ultimo ma non da meno è da ricordare il nostro panorama. Se vi siete trasferiti, sapete che una delle mancanze principali è la vista del mare. Noi sappiamo che è sempre lì, possiamo raggiungerlo in un attimo, lo vediamo ad ogni scorcio quando passeggiamo per la città o in macchina, e ci da un respiro di sollievo ogni volta.
Quando andiamo ad abitare in un’altra città è la cosa che ci aspettiamo di trovare ad ogni angolo, dal panorama, ma non sempre c’è e questo, invece, ci leva un respiro.

Insomma, tramandare l’eredità di popolo napoletano ad un bambino è un regalo che dobbiamo fargli con fierezza.
Siamo napoletani e con orgoglio.

La foto di copertina è di Luca Sola ph

 

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3 risposte a “Educazione napoletana: 5 cose che una mamma di Napoli insegna a suo figlio”

  1. Marco ha detto:

    Semplicemente dico e magnifico essere napoletano vivere a napoli e pensare alla napoletana ne sono fiero grazie a Dio che mi ha fatto nascere in questa favolosa citta…e grazie a voi di aver scritto queste belle parole su napoli e i napoletani e tutto vero grazie.

  2. ottavio amodio ha detto:

    perchè napoli è una città speciale? Perchè è bella e brutta, perchè è pulita e sporca, perchè è generosa ed egoista, perchè è nobile e plebea, perchè è metropoli e paese di provincia, perchè è antica e moderna, perchè è superstiziosa e irridente, perchè è passionale e fredda, perchè è radicata nel passato e cerca di guardare al futuro, perchè è caotica e sa essere ordinata, perchè, insomma, è tutto e il contrario di tutto. Vivere a napoli significa vivere!!!

  3. domenico ha detto:

    un napoletano ha insultato i napoletani perché gli avevano rubato il motorino

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