Il 4 giugno 1994, si spegnava una delle stelle più luminose di Napoli. Massimo Troisi è stato portavoce della città di Napoli nel mondo. Un attore capace di far conoscere la parte bella di una città spesso bistrattata dai media per gli eventi di cronaca, poco piacevoli, che molto spesso ne deturpano l’immagine. Tutto ciò è stato possibile grazie alla spontaneità della sua recitazione, caratterizzata dalla battuta sempre pronta e da un’ironia che diverte senza offendere. Queste erano le doti, oggi introvabili, che lo hanno reso una delle più grandi maschere napoletane.
Il soggiorno napoletano di Boccaccio e la scoperta dei suoi primi amoriChi era Massimo Troisi?
Un attore, timido e talvolta malinconico, capace di arrivare al successo sul grande schermo. La comicità napoletana in persona. Questa era la sua dote principale e ha saputo rappresentarla in modo straordinario. L’apice della sua carriera è arrivato con il film, premio Oscar per la colonna sonora nel 1995, Il postino. La pellicola racconta l’amicizia tra Pablo Neruda e un postino, interpretato dal grande Massimo.
Un salto indietro
Prima di arrivare al grande schermo, è opportuno ripercorrere la storia di questo grande del patrimonio culturale partenopeo. Il giovane Massimo Troisi trascorre la sua gioventù negli anni del boom economico italiano e inizia il suo percorso artistico nei piccoli teatri e negli spettacoli organizzati dalle parrocchie. Il suo talento emerge presto e la sua scalata verso il successo diventa sempre più in discesa. La sua vena ironica smonta i luoghi comuni e spesso colpisce il potere costituito. Tanti napoletani, infatti, ricordano con un sorriso suoi sketch con Lello Arena e le battute dei suoi film più famosi come film Non ci resta che piangere e Ricomincio da tre. L’amore per la sua città lo si evinceva dal modo in cui ne parlava, dal suo utilizzo del dialetto senza essere mai volgare. Una città che ha portato nel cuore e che continua a ricambiarlo.