Napoli, lotta al “pezzotto”: smantellata centrale IPTV illegale, multe anche agli utenti

Seimila utenti, 46 siti web e oltre 850mila euro incassati in quattro anni: smantellata una centrale illegale IPTV.

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Articolo di , 18 Dic 2024
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Cronaca. Blitz della Guardia di Finanza: Smantellata a Napoli una centrale IPTV illegale con oltre 6mila utenti paganti e un giro d’affari di 850mila euro. L’operazione ha portato alla chiusura di 46 siti, al sequestro di materiali pedopornografici e criptovalute, e all’arresto del promotore.

Napoli, blitz della Guardia di Finanza: smantellata centrale IPTV illegale, un giro di affari da 850mila euro 

Una vasta operazione condotta dalla Guardia di Finanza di Napoli, in collaborazione con il Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche di Roma, ha smantellato una centrale IPTV illegale che trasmetteva contenuti protetti da copyright delle principali piattaforme di streaming.

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L’indagine, coordinata dalla Procura di Napoli, ha portato all’arresto del promotore dell’associazione a delinquere e a misure cautelari per due complici.

La centrale, che operava attraverso una rete di 46 siti web, offriva l’accesso illegale a serie TV, eventi sportivi e altri contenuti al costo di 10 euro al mese o 80 euro all’anno. Gli utenti pagavano tramite conti bancari italiani ed esteri o in criptovalute, accumulate su 64 wallet digitali ora bloccati.

In soli quattro anni, il promotore è riuscito a guadagnare oltre 850mila euro, mentre 6mila utenti privati sono stati identificati e saranno sanzionati con multe tra i 150 e i 5mila euro.

Oltre i contenuti streaming, il commercio di materiali pedopornografici

Le indagini hanno rivelato un ulteriore aspetto inquietante: il promotore della centrale IPTV gestiva anche una chat su WhatsApp dove commercializzava video e foto pedopornografici.

Nella sua abitazione sono stati sequestrati 1600 contenuti di natura pedopornografica, oltre a una serra indoor per la coltivazione di cannabis, attrezzata con impianti moderni. L’operazione ha portato al sequestro di una sala server abusiva e moderni apparati informatici, utilizzati non solo per la trasmissione illegale di contenuti, ma anche per generare criptovalute.

Il promotore, ora in carcere, è accusato di associazione a delinquere finalizzata alla pirateria informatica, detenzione e diffusione di materiale pedopornografico e produzione di sostanze stupefacenti.

 

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