La Madonna dei mandarini: la leggenda della poesia napoletana

Conoscete la poesia di Ferdinando Russo ‘A Madonna d’ ‘e mandarine? Dietro questo capolavoro, c'è una leggenda affascinante

Arte e Cultura
Articolo di , 15 Dic 2022
18398

Ferdinando Russo, (Napoli, 25 Novembre 1886 – 30 Gennaio 1927) autore della poesia “‘a maronna ‘e mandarini” (la madonna dei mandarini), insieme a Salvatore di Giacomo è l’autore napoletano per eccellenza.

Accostabile al Dante Alighieri della lingua partenopea, le sue poesie e le sue canzoni sono manuali di grammatica e trattati di sintassi napoletana.
Un poeta sublime che incarna tutte le magnificenze e le contraddizioni della  nostra cultura.
Ricordate l’arte di Napoli: dall’infimo al divino, dal volgare al sublime; dalla poesia “‘o Pirito” a “Tu duorme“.

Massimiliano Gallo sarà protagonista di Filumena Maturano su Rai Uno: tutti i dettagli

‘A Madonna d’ ‘e mandarine

Quanno ncielo n’angiulillo
nun fa chello c’ha da fà,
‘o Signore int’a na cella
scura scura ‘o fa nzerrà.

Po’ se vota a n’ato e dice:
– Fa venì San Pietro ccà!
E San Pietro cumparisce:
– Neh, Signò, che nuvità?

– Dint’ ‘a cella scura scura
n’angiulillo sta nzerrato:
miettammillo a pane e acqua
pecche ha fatto nu peccato!

E San Pietro acala ‘a capa
e risponne: – Sissignore!
Dice Dio: – Ma statt’attiento
ch’ha da stà vintiquatt’ore!

L ‘angiulillo, da llà dinto,
fa sentì tanta lamiente….
– Meh, Signò, dice San Pietro,
pè sta vota… nun fa niente.

– Nonzignore! Accussì voglio!
Statte zitto! Dice Dio;
si no ognuno se ne piglia!
‘N Paraviso cumann ‘io!

E San Pietro avota ‘e spalle.
Da la cella scura scura
l’angiulillo chiagne e sbatte,
dice ‘e metterse paura!

Ma ‘a Madonna, quanno ognuno
sta durmenno a suonne chine,
annascuso ‘e tuttequante
va e lle porta ‘e mandarine.

Il significato di questa poesia incantevole è leggero, sfumato, dolce.

Si svolge in Paradiso e racconta di un angioletto che non si è comportato bene. E Ferdinando Russo descrive un Dio quasi simile a quello ebraico, arrabbiato e punitore, non infinito nella sua bontà come invece vorrebbe l’etichetta cattolica.
Il Signore ordina a San Pietro di punire l’angioletto chiudendolo in una cella, lasciandolo a pane ed acqua.
San Pietro cerca di far ragionare Dio, il quale non vuole sentire ragioni e, mesto, esegue l’ingrato compito.

Ma, in piena notte, quando nessuno guarda, la Madonna va a consolare il piccolo angelo e gli porta i mandarini.

L’immagine della Madonna in questa poesia è completamente opposta a quella di Dio. Appare quasi come un rapporto fra due genitori, il padre severo e la mamma indulgente. Una mamma che concepisce la possibilità di errore e perdona. Ma lo fa in silenzio, si potrebbe dire quasi “per dispetto“, senza montare scenate, disobbedendo persino al Signore.

La madonna dei mandarini nella leggenda

La madonna dei mandarini, secondo un’antica leggenda che abbraccia tutto il Meridione e che sembra risalire addirittura al Medioevo, è la patrona dei ladri. Dei mariuoli come si dice da queste parti.
E quando i malfattori muoiono, facendo la fila per entrare ed arrivare dinnanzi a San Pietro, custode delle chiavi per entrare in paradiso, la madonna fa cenno loro di nascondersi.
Quando la fila si dilegua e San Pietro chiude le porte, la Madonna dei mandarini fa entrare le anime che hanno peccato di notte, di nascosto.

Questa leggenda e la stessa poesia di Ferdinando Russo vanno interpretate cum grano salis.
La madonna della leggenda non è una malfattrice, non desidera il male delle persone, né intende tradire la fiducia del Signore.

Incarna, però, uno spirito materno, permissivo, flessibile. Che è disposta a perdonare anche chi ha sbagliato, se chi ha sbagliato si è pentito. In più, oggetto di questa leggenda sono i ladri. Dunque chi ha rubato, non chi ha ucciso. E probabilmente questo aspetto è vitale per l’esegesi della poesia.

In quest’ottica possiamo capire che, cercando di interpretare questa peculiare figura religiosa, probabilmente la protezione fornita ai delinquenti, è giustificata nell’ottica di difendere chi ha sottratto agli altri perché non aveva nulla per sé stesso ed è stato costretto a fare ciò che ha fatto.

E dunque, anche chi ha commesso peccato, persino chi lo ha fatto, è meritevole di mangiare i mandarini, anche se chiuso nella gabbia per decisione del Signore.
Questa teoria non sarebbe neanche contraria agli insegnamenti di Gesù, il quale sosteneva che il medico abbisogna di recarsi al capezzale del malato e non del sano. E dunque proprio chi ha commesso il peccato, anche se può apparire paradossale, necessita di aiuto e sostegno.

Chi è senza peccato scagli la prima pietra.
O scagli anche il primo mandarino.

 

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