Assolti dall’accusa di aver venduto merchandising contraffatto di Vasco Rossi. La merce era di scarsa qualità
Gli imputati, quasi tutti residenti in provincia di Napoli, dovevano rispondere di ricettazione e commercio di prodotti falsi

All’entrata dello stadio Olimpico di Torino, dove Vasco Rossi stava per esibirsi con la sua band, un gruppo di venditori ambulanti vendeva al pubblico fascette e poster con il volto dell’iconico rocker emiliano. Tuttavia, questi prodotti si rivelarono essere contraffatti e la loro qualità lasciava molto a desiderare. Come risultato, il giudice Paola Meroni della VI sezione penale ha recentemente(come riportato da TorinoToday) assolto 18 persone, la maggior parte delle quali provenienti dalla provincia di Napoli.
Decisione presa di comune accordo tra pubblico ministero e avvocati difensori. I fatti risalgono alle serate del 27 e 28 giugno 2015, le due date torinesi del Vasco Live Kom ‘015. Il gruppo di venditori ambulanti, che includeva anche individui con precedenti penali, si era radunato fuori dagli ingressi del palazzetto. Avevano oltre 300 fascette (quelle in stoffa da annodare attorno alla testa) e altrettanti poster. Tuttavia, la scarsa qualità dei prodotti contraffatti ha giocato un ruolo determinante nel processo.
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Le fascette erano sfilacciate e le immagini stampate sui poster erano di bassa qualità, non rispecchiando l’aspetto del merchandising ufficiale. Inoltre, alcuni dei prodotti offerti erano stati inventati di sana pianta, come le gigantografie del “Blasco”.
Questi fattori hanno portato la Procura a chiedere l’assoluzione degli imputati, sostenendo che il fatto non costituisse un reato o che potesse essere considerato di particolare tenuità. Inoltre, il cantante Vasco Rossi in persona non si è mai costituito nel procedimento legale e non ha mai richiesto danni.
