Arrassusìa! Una difesa preziosa per gli scaramantici napoletani

Forse non così noto nell'ambiente giovane dello slang napoletano, i più navigati di lingua napoletana conoscerà questo termine scaramantico.

Tradizioni e Curiosità
Articolo di , 07 Dic 2023
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Come l’aglio o il paletto di frassino per i vampiri, la kryptonite per Superman, il proiettile d’argento per i licantropi, il popolo napoletano ha scelto i suoi baluardi per le sventure, le disgrazie, i malanni. Arrassusìa! è un’espressione che rientra a pieno titolo in questa scelta studiata di armi di difesa, preparata appositamente per le peggiori disgrazie.

Non è vero ma ci credo è la frase che meglio riassume ala scaramanzia e l’approccio all’esoterismo della città. Per verificarlo, basta controllare quanto è lucido il naso del Pulcinella sito in Vico del Purgatorio a Napoli oppure i teschi fuori la Chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco. Ci si può mangiare, per quanto sono pulite quelle superfici.

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Torniamo a noi. Arrassusìa è il corrispettivo arcaico del proverbiale sciò ciucciuettole! Un invito, a chi può e vuole ascoltare, a tenere lontane le disgrazie, i malanni e le sfortune dal soggetto che pronuncia la frase.

La traduzione letterale corrisponde a che si tenga sempre lontano! Non sia mai! Giammai! 

L’origine di Arrassusìa!

L’origine del termine sarebbe prima di tutto latina. Arrassusìa corrisponderebbe ad una traslazione volgare della formula adrasum sit, ossia che sia cancellato, abraso. Di conseguenza sarebbe stata la risposta ad una possibilità negativa proposta dall’interlocutore e così bandita.

Secondo altri, l’origine sarebbe direttamente spagnolaArrada in spagnolo è un avverbio che si traduce con lontano. Il termine, nel volgo napoletano potrebbe essere stato storpiato in arrasso che, con il congiuntivo ottativo del verbo essere sia avrebbe potuto dar luogo a questo termine ibrido che quindi avrebbe finito per significare che resti sempre lontano da me, da noi, oppure che ciò non accada mai.

Uno scongiuro, una preghiera ed insieme un desiderio che la jella si tenga lontana da chi pronuncia questa espressione.

Ancora altre tesi linguistiche lo riconducono direttamente al tedesco. Sappiamo che il tedesco è probabilmente la lingua europea da cui il napoletano ha meno attinto, poiché esclusa l’esperienza tutt’altro che piacevole dell’occupazione tedesca a Napoli, con successo debellata nelle Quattro Giornate di Napoli del 1943, noi napoletani con tutti abbiamo avuto a che fare, tranne che con loro.

Eppure c’è qualcuno che ricollega all’avverbio tedesco raus! (fuori!) l’origine del termine. Ma proprio per le motivazioni innanzi dette, questa tesi sembra la meno convincente e accreditata.

Nella lingua araba esiste un aggettivo che pure indica lontananza ossia arah/arasa.

Le origini possono essere diverse, il napoletano è un universo linguistico talmente vasto e sconfinato da mettere in crisi fior fior di professori umanisti e linguisti di tutto il mondo. Al popolo tutto ciò non interessa e quando vede la possibilità che possa verificarsi un evento avverso, senza conoscere nulla in merito alle origini linguistiche (che però è sempre curioso scoprire) può lasciarsi andare ad un arrassusìa senza starci troppo a pensare, scacciando così efficacemente la sfortuna!

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