Sul’ ‘a morte ‘nzerra ‘a porta, un modo di dire napoletano speranzoso
Alla scoperta di un particolare detto campano: "Sul' 'a morte 'nzerra 'a porta".
La città partenopea è rinomata per essere ricca sotto vari aspetti. Cultura, tradizione, folklore e storia sono i cardini sui quali il capoluogo campano si sorregge. Tali elementi fondanti trovano sfogo e massima espressione all’interno della lingua napoletana.
La lingua napoletana è infatti un’abbondanza di colori e di sfaccettature. È un quadro talmente rigoglioso da permettere a ogni osservatore di notare, di volta in volta, dettagli diversi. E tutti, assieme, compongono l’anima della città.
Non è difficile trovare, mediante uno o più termini napoletani, la perfetta espressione di un pensiero recondito, e mediante un modo di dire o un’espressione tipica, la frase calzante per una precisa situazione.
"Nun ce sta 'n altare senza croce", alla scoperta di un modo di dire napoletanoE spesso queste ultime riguardano la morte e la speranza, elementi che non possono essere staccati dalla napoletanità.
Non di rado, i suddetti si trovano uniti in un’espressione, come nel caso di sul’ ‘a morte ‘nzerra ‘a porta.
Sul’ ‘a morte ‘nzerra ‘a porta, che significa?
Sul’ ‘a morte ‘nzerra ‘a porta significa letteralmente solo la morte chiude la porta.
Tale modo di dire sottolinea in prima battuta l’irrevocabilità della morte, evento funesto del tutto irreversibile. Ma pone l’attenzione anche su un altro dettaglio non di poco conto. Vale a dire che solo la morte chiude la porta. Solo la morte è irreversibile e non ha dunque via di ritorno. La porta, che viene utilizzata chiaramente in maniera figurativa e che assume significati diversi a seconda delle circostanza, resta comunque socchiusa in ogni altra situazione. Ed è possibile provare a riaprirla.
Il detto napoletano vuole perciò sottintendere che non bisogna mai arrendersi, perché nulla è mai totalmente definitivo.
Eccetto la morte. “Finché c’è vita c’è speranza”, “La speranza è l’ultima a morire”, si direbbe in Patria.