‘O Cuorpo ‘e Napule: la statua del Nilo
La statua del Nilo è una scultura marmorea di epoca romana, databile tra il II e III secolo d.C. Si trova nel largo Corpo di Napoli, nel cuore del centro storico della città partenopea
La storia partenopea è riccamente intessuta di vicende più o meno significative collegate alla presenza di forti comunità straniere, stabilitesi a Napoli per motivi economico-commerciali. La statua del Nilo è una scultura marmorea di epoca romana, databile tra il II e III secolo d.C.
Piazzetta Nilo a Napoli
Nel quartiere che si sviluppava presso l’estremità occidentale della plateia inferiore di Neapolis, l’attuale Piazzetta Nilo, si stabilì fin dalla prima età imperiale una comunità di mercanti e di marinai provenienti da Alessandria d’Egitto. Tale comunità, come confermato dalla topomastica medioevale, pose la sua residenza nell’area della città greca che a luogo fu poi ricordata come Regio Nilensis.
"Posso Entrare? An ode to Naples", il documentario di Trudie Styler vince il Globo D’OroAncora oggi il largo che si apre ad Oriente di piazza san Domenico maggiore prende il nome dal Nilo, fiume caro alle popolazioni in questione e divinità da esse venerata. Con la partenza dei mercanti, la divinità fluviale, rappresentata mediante una statua in marmo bianco, fu sepolta e dimenticata. La statua riemerse nel ‘500 a seguito della demolizione della vecchia sede del seggio, battezzato “del Nilo” per l’abbondanza d’acqua nel sottosuolo.
Cosa raffigura la statua del Nilo a Napoli
Nel largo, denominato ed indicato fino a tutto il medioevo come Vico egli Alessandrini, fu collocata già nel XVII secolo la statua, definita anch’essa del Nilo. La divinità fluviale è raffigurata secondo la consueta immagine ellenistica del vecchio sdraiato ed appoggiato su una roccia dalla quale sgorga l’acqua; coperto da un mantello nella parte inferiore, il dio-fiume è attorniato da diversi putti e da una sfinge, a simboleggiare rispettivamente i rami del fiume ed il legame con l’Egitto. Inizialmente si pensava che tale corpo appartenesse ad una donna, che nell’immaginario collettivo rappresentava Napoli che allatta i suoi figli. Dagli scritti antichi emergono le chiacchierate tra la statua, denominata O cuorpo “e Napule, ed il fiume Sebeto.
La statua del Nilo è un’opera romana, anche se risulta alterata dai diversi restauri. In particolare, la testa fu aggiunta solo nel 1657, quando la statua venne restaurata e collocata presso il sedile del Nilo. Il corpo era stato infatti trovato acefalo.
Il basamento su cui oggi è posizionata la statua risale al XVIII secolo, quando, durante il regno di Carlo di Borbone, fu nuovamente restaurata. Durante il secondo dopoguerra, due dei tre putti che circondavano in basso la divinità nonché la testa della sfinge che caratterizzava il blocco di marmo furono staccati e rubati, probabilmente per essere rivenduti al mercato nero. La testa della sfinge è stata ritrovata nel 2013 in Austria, dopo sessant’anni dal furto, dal Nucleo Tutela Patrimonio Artistico dei Carabinieri.
Il restauro, che si è prefisso anche di ricollocare la testa ritrovata, è durato per quasi tutto il 2014 concludendosi il 15 novembre 2014. In quest’occasione la statua è stata presentata alla città con una solenne inaugurazione.