Il rione Acqua della Madonna di Castellammare di Stabia, le sue chiese

La storia ed il patrimonio artistico del rione Acqua della Madonna di Castellammare di Stabia: dalla Parrocchia Santo Spirito al Santuario Santa Maria di Portosalvo.

Arte e Cultura
Articolo di , 22 Feb 2023
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Il rione Acqua della Madonna fa parte della zona del centro storico di Castellammare di Stabia. Fu una zona molto frequentata dai grandi mattatori partenopei d’epoca, come ad esempio Eduardo De Filippo e proprio nei suoi pressi nacque e visse il commediografo, attore, poeta e compositore musicale stabiese Raffaele Viviani. Tutt’oggi è parte nevralgica della città, perché custodisce tutta la sua bellezza storica e diversi piccoli tesori.

La storia del rione Acqua della Madonna

Nel 1841 al di sotto della sacrestia della chiesa di Portosalvo fu scoperta una sorgente d’acqua, in via Duilio, sull’abside esterna del Santuario. L’acqua fu detta della Madonella e poi della Madonna: la sua fama su tale da far identificare il rione come Acqua della Madonna. Si tratta di una zona di prosperità idrogeologica, in quanto nei suoi pressi sgorgano quasi tutte le sorgenti d’acqua minerale di Castellammare di Stabia. Ospita, di fatto, la piazzetta dell’acqua acidula. Nel 1787 il re Ferdinando I delle Due Sicilie ordinò le analisi di quest’acqua e volle far realizzare una mescita: nel 1887 la fruizione fu trasferita nell’attuale piazzetta. Tutt’oggi è usanza e consuetudine dei cittadini stabiesi di recarsi lì per bere e per riempire le proprie bottiglie d’acqua.

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La parrocchia Santo Spirito

Costruita nel 1577 per opera della confraternita dei Bottai, la chiesa vantò il titolo di rettoria fino al 1651, anno in cui il vescovo Andrea Massa la elevò alla dignità di parrocchia. Numerose figure di santità calpestarono il pavimento di tale parrocchia, tra cui Bartolomeo Rosa, Andrea Pepoli, don Catello Somma, la Beata Maria Maddalena Starace, don Vincenzo Gargiulo con sua madre Agnese dell’Immacolata, mons. Francesco Di Capua e padre Mario Crocco.

La chiesa è a croce latina e presenta al suo interno diversi stucchi settecenteschi: la navata ospita due altari dedicati a san Ciro e a Maria Santissima della misericordia. Nell’abside è esposta la pala di Giovan Battista Rossi che rappresenta la PentecostePitturato il Cenacolo, lo Spirito Santo, simboleggiato da una Colomba, discende sugli Apostoli sotto la sembianza di lingue di fuoco; tutti i personaggi tendono al centro, dove è presente Maria che stringe al petto una corona di spine. Nel 2010 la tela è stata esposta nel Palazzo Reale di Milano nella mostra “Fuoco. Da Eraclito a Tiziano, da Previati a Plessi”.

Presente l’iconica statua di san Ciro – patrono della comunità – realizzata da Vincenzo Reccio. San Ciro d’Alessandria è citato nel Martirologio Romano il 31 gennaio assieme a san Giovanni. Secondo la sua agiografia, divenne un monaco dopo aver esercitato l’arte medica. Quando san Ciro e san Giovanni vennero a sapere che delle donne cristiane furono arrestate, le raggiunsero nei pressi di Canopo per offrire loro supporto ed esortarle a non rinnegare la propria fede. Anche i due santi, tuttavia, furono condannati e decapitati nel 303 d.C.  La chiesa, inoltre, conserva la stampa di sant’Antonio di Padova appartenuta a mons. Catello Longobardi. L’immagine è ritenuta miracolosa ed è oggetto di grande devozione da parte della cittadinanza stabiese, la quale viene ad onorarla e a chiedere grazie e miracoli.

Santuario Santa Maria di Portosalvo

La confraternita dei marinari, pescatori, padroni di barche e di bastimenti, nata nel 1561, eresse la prima chiesa nel 1580, al fianco del complesso carmelitano dell’Annunziata al Molo. Entrambe le strutture vennero abbattute per permettere l’ampliamento del Cantiere Navale. La chiesa fu ricostruita tra il 1825 e il 1834 nel luogo dove si eleva tutt’oggi e nel 1947 fu elevata alla dignità di santuario dal vescovo Federico Emanuel. Al suo interno, sull’altare privilegiato, è esposta la tavola raffigurante la Madonna di Portosalvo, probabilmente databile al 1630, realizzata da un ignoto artista. Osservando il dipinto è possibile visionare una dettagliata raffigurazione del panorama di Castellammare di Stabia. Evoca un grande senso di appartenenza, proprio per questo è oggetto di un sentito culto: mons. Vincenzo Sarnelli scrisse che i marinai la salutano di lontano come vero ed unico faro di luce per essi e di protezione innanzi al trono di Gesù.

Le numerose pitture absidali furono realizzate da Vicenzo Galloppi e furono restaurate da Francesco Filosa nel 1947. Nel 2018 è stato restaurato il SS.Crocifisso ligneo del primo quarto del Seicento. Nel 2022, inoltre, un ulteriore restauro ha permesso il recupero della statura raffigurante l’Angelo Custode. Presenti, inoltre, la statua ottocentesca L’immacolata ad opera probabilmente di Vincenzo Reccio. Risulta essere parte del patrimonio del Santuario anche una monumentale Macchina Eucaristica databile al 1940 e attribuibile allo scultore Gennaro Cerrone (ad oggi è custodita presso il Museo Diocesano). Le statue della facciata rappresentato le virtù teologali: fede, speranza e carità. Ad oggi il Santuario è retto dalle Suore Francescane Alcantarine.

 

 

Fonti: “Le chiese del Rione Acqua della Madonna”, guida breve a cura della Parrocchia Santo Spirito di Castellammare di Stabia.

Parroco: Don Salvatore Abagnale

Vicario Parrocchiale: Don Antonino Gargiulo, junior

Redazione testi: Egidio Valcaccia

Revisione delle bozze: la storica dell’arte Emilia Ammendola

Foto presenti nella guida breve: Francesco Iovino

Foto scattate da Emanuela Francini

 

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