“Avutà ‘o sciavechiello”, storia e significato del detto napoletano
L'affascinante storia e il singolare significato del detto napoletano "Avutà ‘o sciavechiello”

Il dialetto napoletano permette ai cittadini partenopei di ogni età di scoprire i particolari del patrimonio storico e culturale inestimabile che, da sempre, caratterizza il capoluogo campano. Innumerevoli sono le vicende, le pratiche, le tradizioni, le arti e i mestieri che, nei secoli, si sono susseguite all’ombra del Vesuvio. Gran parte delle espressioni tipiche derivate dalla tradizione napoletana sono arrivate fino a noi; permettendoci di godere di spaccati pressoché dettagliati della Napoli che fu, impreziositi dai meravigliosi aneddoti dei cittadini più anziani.
In quest’articolo, scopriremo il significato di un detto napoletano che si basa su storie affascinanti di usanze antichissime, “Avutà ‘o sciavechiello”.
"Chisto è 'na galletta ca nun se spogna!", origine e significato del detto napoletanoLa storia e il significato di “Avutà ‘o sciavechiello”
Nella vita si è portati ad assumere decisioni particolari, talvolta sofferte, riguardanti proposte delle più disparate o, scelte difficili in merito ai rapporti interpersonali che si intrattengono. In determinati casi, si è costretti, da motivi più o meno validi, a voltare le spalle alle suddette offerte o alle persone della propria vita. “Avutà ‘o sciavechiello” vuole racchiudere, nel suo ampio significato, decisioni del genere; che si tratti di quelle assunte più a cuor leggero o delle scelte più ardue da compiere. La locuzione in oggetto vuol dire, quindi, voltare le spalle, insomma, girarsi dall’altra parte innanzi alle condizioni più scomode spesso imposte dalla vita.
Una volta esplicato il significato del detto napoletano “Avutà ‘o sciavechiello”, è tempo di raccontarne la meravigliosa storia. Tradotto letteralmente dall’italiano, il detto corrisponde a “Girare il rastrello (sciabica)”. La locuzione si riferisce alla pratica dei pescatori di telline che, muniti di un piccolo utensile simile ad un rastrello con annessa reticella, tirano via la battigia alla ricerca di piccoli molluschi. I pescatori usano spingere la sciabica fino allo stremo, tendendo, in condizioni di forte stanchezza, a trascinarla, accusando meno fatica ed estenuazione.
Che cos’è l’oggetto di cui si parla nel detto?
Con il termine “sciavechiello”, utilizzato nell’espressione oggetto del nostro articolo, si indica l’oggetto simile alla rete a strascico con cui i pescatori usavano catturare i pesci immergendosi fino alle terga in acqua. Lo sciavechiello differisce dalla sciabica, di grosse dimensioni con galleggianti annessi, sia per la stazza notevolmente ridotta che per la presenza del rastrello di piccole dimensioni con cui i pescatori tirano via la sabbia in modo tale da poter raccogliere le telline. Come detto, “Avutà ‘o sciavechiello” è un’espressione decisamente singolare; adottata ormai da una nicchia ristretta di popolani, probabilmente avvezzi al mondo della pesca e della cattura dei molluschi mediante l’utensile citato. Si tratta, comunque, di un detto perfettamente utilizzabile nella pratica, data la sua profonda attinenza con situazioni, sostanzialmente, quotidiane.

