Ascierto, il noto oncologo dopo l’incidente: “Ho provato cosa significa stare dall’altra parte”
Il luminare napoletano Paolo Ascierto coinvolto in un grave incidente non perde la fiducia: "Il messaggio più grande è abbiate speranza e che non vi abbandoni mai quando siete immobilizzati a letto".
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Lo scorso marzo, il noto e pluripremiato oncologo partenopeo Paolo Ascierto è stato vittima di un grave incidente stradale su due ruote a causa del quale è stato sottoposto a diversi interventi chirurgici. Oggi, il luminare racconta la sua esperienza: “La vita ci riserva delle sorprese. A volte positive a volte negative. Le negative spesso sono delle prove per migliorarsi. Lo dico sempre ai miei ragazzi quando riceviamo ispezioni per l’operato delle nostre ricerche “ricordatevi che ogni ispezione è una ragione di crescita”.
L’incidente di Ascierto e il messaggio di speranza
Lo scorso marzo, Ascierto è stato travolto ad un incrocio da un auto, mentre viaggiava su un mezzo a due ruote con un amico. La guarigione è ancora – purtroppo – lontana ma il medico ha comunque voluto raccontare dall’Ospedale di Latina quello che sta attraversando, provando a trarne degli insegnamenti: “Personalmente dovevo essere messo alla prova da un grave incidente, a diventare paziente grave per un po’. Dovevo provare cosa significa stare dall’altra parte. Il 118, codice rosso, la sala di pronto soccorso, l’intervento d’urgenza, il secondo intervento, il terzo intervento (e chissà se altri), ad essere totalmente dipendente dal personale sanitario nell’igiene intima e personale, nei miei bisogni. A fare risonanze (per le quali ho sempre avuto terrore dovuto alla mia claustrofobia), a subire un’anestesista generale (per la prima volta) ed almeno altre due spinali in poco tempo, a mettere un pic per le mie vene oramai distrutte. A patire un dolore continuo e profondo quotidianamente. Ecco, da oggi a tutti i miei pazienti potrò dire con rassicurazione che mettere un pic non è un dramma e serve a migliorare la qualità della degenza“.
Kvara e Napoli: "Questa città è casa mia. Maradona era l'idolo di mio padre" [VIDEO]Un episodio che ha sicuramente cambiato la sua vita, ma anche il suo approccio alla professione: “Sicuramente guarderò ai miei pazienti un po’ più da paziente che ha provato determinati disagi. È il messaggio più grande è abbiate speranza e che non vi abbandoni mai quando siete immobilizzati a letto. La mia speranza ed il mio obiettivo, in questo momento, è quello di alzarmi e poter veder personalmente quest’alba magnifica catturata da Maria Teresa questa mattina dalla finestra dell’ICOT. Vi voglio bene tutti“.
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