A Posillipo si erge una quantità significativa di maestose ville. E tra questi splendidi immobili se ne trova uno di importanza nazionale. Si tratta di Villa Rosebery, residenza ufficiale del Presidente della Repubblica.
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Villa Rosebery è un complesso monumentale di riferimento per il Neoclassicismo partenopeo.
La posizione scelta per l’immobile, in più, è emblematica per l’immobile stesso. Posillipo, infatti deriva dal vocabolo greco Pausylipon “ciò che libera dagli affanni“. E la villa rispetta pienamente lo stile del quartiere residenziale per la pace e la tranquillità che lascia trapelare.
In quanto una delle tre residenze ufficiali del Presidente della Repubblica, è un luogo non visitabile, se non per dei periodi dell’anno circoscritti.
La struttura
La grande proprietà si estende su ben 66.056 metri quadrati. È situata in declivio verso il mare, con un dislivello di 40 metri.
Il parco ha una grande rilevanza nella struttura. Quest’ultimo sposa benissimo le tipicità della flora mediterranea e le particolarità del giardino inglese.
Pini secolari, cipressi maestosi, siepi, allori, mirti, lentischi, filliree, palme, aloe, tante sono le specie di vegetazione comune e rara presenti nella tenuta, il cui stato è sempre rigorosamente impeccabile.
All’interno del parco vi è un caratteristico tempio in stile neoclassico.
Nei periodi di apertura al pubblico, è visitabile la Palazzina Borbonica, ricca di immagini storiche e documenti nelle sue varie sale di rappresentanza.
Si arriva fino alla Darsena per poi approdare alla visita della Grande Foresteria, dove si conclude la visita.
La residenza si prolunga fino lungomare, in un percorso che va dalla Peschiera fino al confine con un’altra proprietà, quella Barracco.
La storia di Villa Rosebery
L’ufficiale austriaco Joseph Von Thurn nel 1801 acquistò dei terreni a Posillipo per creare una residenza di campagna. Il brigadiere di Marina della flotta borbonica circondò perciò l’immensa struttura di verde tra giardino, frutteti e vigneti. Questi ultimi li diede poi in affitto ai coloni.
Ma l’amministrazione francese la confiscò nel momento della destituzione dei Borbone. Al ritorno al potere di questi ultimi, però, la villa fu restituita al proprietario.
Von Thurn ricevette anche un indennizzo per il periodo in cui non poté usufruirne e decise, in quel momento, di venderla. Ciò poiché la zona era in un periodo di forte sviluppo economico grazie alla costruzione di una strada. Quest’ultima collegava Mergellina e Bacoli e rialzava il valore delle proprietà immobiliari di Posillipo.
I proprietari susseguitisi nel tempo
La principessa di Gerace e suo figlio Agostino Serra di Oristano non si fecero scappare l’opportunità di acquisto. Diventò così Villa Serra Marina. Per loro mano, con l’ausilio degli architetti gemelli Stefano e Luigi Gasse, si trasformò in un’elegante villa di rappresentanza. E le caratteristiche principali della tenuta di allora sono preservate ancora oggi.
Il comandante della Marina del Regno delle Due Sicilie Luigi di Borbone ne fu il successivo proprietario e la chiamò La Brasiliana in onore di sua moglie Gennara di Braganza, sorella dell’imperatore del Brasile. Il Borbone ne soppresse le caratteristiche agricole rimaste. Le sostituì con un elegante parco ricco di alberi, e recintò la proprietà, da quel momento spesso location di incontri galanti.
All’esilio di costui in Francia, la tenuta passò al banchiere francese Gustave Delahante, che la tenne per poco tempo senza modificarla significativamente.
L’arrivo di Rosebery
Nel 1897 fu acquisita da Lord Rosebery, statista inglese precedentemente Primo Ministro del Gabinetto britannico. Ormai ritiratosi, l’uomo fece della villa, alla quale diede il suo nome, il regno della tranquillità. La adornò di quadri e stampe napoletani e ne permise l’accesso solo a pochi intimi.
Il britannico riprese poi l’attività politica. Decise in seguito a ciò di cedere l’uso della proprietà al suo governo, poiché le spese di manutenzione erano davvero notevoli.
Villa Rosebery divenne, perciò, luogo di rappresentanza inglese e di villeggiatura degli ambasciatori britannici.
L’entrata in possesso dello Stato
Fu poco utilizzata dai britannici. Il Governo amico decise perciò di cederla gratuitamente allo Stato italiano.
Benito Mussolini, ai tempi al comando, ne propose varie destinazioni ad uso pubblico, che rimasero però solo idee. Fu dunque messa a disposizione della famiglia reale per i soggiorni estivi.
Quando la principessa Maria José, moglie di Umberto di Savoia, partorì la loro primogenita, la villa fu ribattezzata in onore della neonata.
Villa Maria Pia divenne poi casa della regina Elena e di Vittorio Emanuele III. Quest’ultimo abdicò in favore del figlio Umberto e la villa fu requisita dagli Alleati. Tornò, perciò, a chiamarsi Villa Rosebery.
Destinata all’Accademia Aeronautica, entrò nel 1957 tra le residenze in dotazione del Presidente della Repubblica Italiana.

