Villa La Decina, l’ordine templare nell’antico Casale dei Camaldoli
Un antico Casale situato ai Camaldoli, avvolto nel mistero. Conoscete Villa la Decina (o Villa dei Templari)?

Villa La Decina è il nome dell’antico Casale situato ai Camaldoli, avvolto nel mistero; simboli sacri, figure allegoriche e la presenza di una strana iscrizione, narrano di un ordine templare. Villa La Decina, risalente al XVIII secolo rientra a pieno nelle ville monumentali e storiche della città e conserva tutto il fascino di un antico casale abbandonato alla sommità dei Camaldoli, posto tra via Camillo Guerra e via Soffritto.
Anticamente, la piana collinare dell’Orsolone che si congiunge in alto con L’Eremo dei Camaldoli, era dominata da una ricca vegetazione paragonabile ad un boschetto florido con preziosa selvaggina, ammirata particolarmente anche da re Ferdinando IV di Borbone, durante una visita di piacere in onore del priore camaldolese nel 1777.
Inside Out 2, perché il film d'animazione dei record piace agli adultiDalla documentazione storica del casale, risulta che precedentemente su quest’area vi era l’“Osteria del Ricino”, conosciuta come punto di dazio della Napoli rinascimentale e che successivamente il casale dei Camaldoli fu inserito nella famosa “Mappa topografica della città di Napoli e de’ suoi contorni” ad opera di Giovanni Carafa, duca di Nola del 1775, con riferimento alla costruzione “Lungo della Orsolona”.
Villa la Decina, perché si chiama così?
Villa La Decina o Casale dei Camaldoli trae la sua denominazione da una quercia secolare soprannominata la “decina” o “regina” esistente in passato nel suo fitto giardino, talmente grande da essere paragonato ad un boschetto rigoglioso. La Decina è soprattutto il nome curioso della strana iscrizione posta ad angolo della struttura, che suscita sempre un certo interesse e solleva un velo di mistero, come è noto che i cavalieri che fondarono l’ordine dei Templari furono dieci. La scritta è oggetto di studi e approfondimento in ambito esoterico.
Il segreto dell’antico Casale dei Camaldoli
Quale segreto incombe su questo antico casale oltre a farne a detta popolare dimora di fantasmi?
Secondo le fonti storiche, il vecchio casale settecentesco di origine rinascimentale, fu acquistato nell’Ottocento dal nuovo proprietario, il pittore e docente della Reale Accademia Belle Arti di Napoli, Camillo Guerra che fece ristrutturare l’immobile probabilmente per uso abitativo e lasciato ai suoi familiari.
L’edificio rurale costruito in parte sia in tufo che in piperno, abitato fino a pochi anni fa, è stato tutelato dalla Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici di Napoli e Provincia, con tale motivazione: “Trattasi di antico edificio, la cui veste attuale, pur conservando caratteri tradizionali, rappresenta un significativo riferimento per l’architettura napoletana degli inizi del secolo XX e per l’evoluzione culturale della produzione architettonica dell’autore (Ing. Camillo Guerra). Parte integrante dell’edificio è l’adiacente piccolo parco, caratterizzato dalla presenza di alberi di alto fusto, fra le essenze tipiche della zona”.
Attualmente versa in stato di abbandono e sono in molti a chiederne la ristrutturazione e un diverso uso a scopo culturale.
L’architettura di Villa la Decina
La villa è caratterizzata da una torre ornata da merlature di archetti pensili, presenti nella maggior parte degli edifici sacri riscontrabili nelle cattedrali e nelle basiliche, tipici dell’architettura medievale di impronta romanica e gotica. Cattura lo sguardo l’iscrizione incisa sulla tavola in marmo posta sul balconcino col portale catalano che sporge sulla parete ad angolo, all’incrocio delle strade Camillo Guerra e via Soffritto.
Il restante corpo dell’edificio è contraddistinto da archi ellittici con sovrastante il porticato, dove si scorgono i profili di una terrazza e di un loggiato interno con l’accesso alla villa.
Statue e bassorilievi insoliti, in contrasto con l’aspetto rude dell’edificio, sorgono in alcuni punti della facciata e decorano quel minimo che basta per far presumere (secondo ipotesi) un collegamento ad un ordine templare. Non é risaputo o documentato se statue e bassorilievi fossero già presenti al momento della ristrutturazione (quindi antichi) o inseriti in seguito dal proprietario per un suo preciso volere.
I simboli misteriosi
Tra i simboli posti sulla facciata che meritano attenzione, si nota in particolare l’immagine di una donna con le mani congiunte, poggiata su di una sfera e ai suoi piedi un serpente, assimilabile all’immagine dell’Immacolata Concezione, alloggiata all’interno di una nicchia posta fra due finestre.
Non è insolito trovare queste icone sacre agli incroci delle strade poiché nella tradizione cristiana, guidavano la giusta scelta del viandante. L’immagine della Madonna, a detta degli studiosi convince poco, mentre è più attendibile l’accostamento a Maria Maddalena, figura molto cara ai Templari.
L’altra decorazione misteriosa è costituita da un bassorilievo che riporta l’effige di uno stemma con armatura, elmo ed armi da guerra molto simile agli armamenti impiegati dalla loggia massonica “Società Torre di Guardia” e dall’attuale loggia “Cavalieri Templari” presente anche in Italia ed appartenente al decimo grado del Rito di York. (Fonte a cura di Iniziazione Antica)
Ma l’altra simbologia che fa presumere più di tutti un collegamento ai Cavalieri Templari, é la testa scultorea del Bafometto, ovvero l’idolo pagano per metà umano e per metà capro o simile ad un vecchio con la barba, adorato nelle cerimonie di iniziazione templare. Il significato di questo simbolo dalle numerose interpretazioni è ancora occulto accostato per alcuni alla figura di Satana, al dominio della materia in contrasto con il conseguimento della vera conoscenza.
L’enigma affascinante di un segreto ordine templare avvolge ancora le mura della Villa La Decina: non sappiamo se questi simboli avessero un significato particolare o furono inseriti a caso a scopo puramente decorativo. Nel silenzio della notte tutto sembra evocare antichi riti d’iniziazione templare-massonica di cui forse, il casale ne faceva parte.
FONTE: http://iniziazioneantica.altervista.org/napoli_esoterica/casale/casale_dei_camaldoli.htm
Per le foto si ringrazia
Napoli vista attraverso gli scatti fotografici

