Se si parla del presepe si pensa subito a Napoli. E’ quasi naturale come quando si parla della pizza.
Eppure forse non tutti sanno che, seppure la bella Partenope si sia nel corso dei secoli distinta nell’arte presepiale ed abbia, per così dire, inventato il presepe così come lo immaginiamo oggi, la prima rappresentazione della natività non è di origine napoletana.
Il Museo delle Cere "Le Muse", un omaggio al Sud
Ma non se vogliano i miei concittadini, perchè nell'”invenzione” del presepe c’è lo zampino di un santo e non di uno qualunque, ma proprio di San Francesco in persona, il santo dei poveri, il santo di Assisi, il patrono d’Italia.
Le cose andarono pressapoco così. Era il dicembre del 1223 e Francesco si trovava a Greccio, un piccolo paese dell’Umbria, in un eremo francescano tra Terni e Rieti. Francesco quell’anno sentiva forse particolarmente forte il desiderio di recarsi in Terra Santa, ma non essendo possibile in quel tempo per vari motivi visitare i luoghi santi, pensò bene di portare in qualche modo lo spirito di Betlemme dalle sue parti per poterne godere lui e quanti non potevano recarsi in Palestina. Fu così che vedendo una grotta forse ispirandosi alle prime rappresentazioni sacre della natività, gli balenò alla mente l’idea di rappresentarvi la Natività di Gesù.
Certo è alle botteghe napoletane che nel corso dei secoli si deve lo sviluppo e l’elaborazione di quella che oggi chiamiamo arte presepiale con i suo simboli e i suoi personaggi… ma questa è un’altra storia.

