Napoli conquista il grande schermo. Accompagnata dal marito Sting, lo scorso mercoledì 3 luglio la regista e produttrice Trudie Styler ha ricevuto il Globo d’Oro 2024 per il miglior documentario con la sua appassionata narrazione della nostra città.

“Posso Entrare? An ode to Naples”: Il documentario su Napoli premiato con il Globo d’Oro

Possiamo vantare un altro importante riconoscimento internazionale: “Posso Entrare? An Ode To Naples”, della regista e produttrice Trudie Styler, accompagnata dal marito Sting, ha vinto il Globo D’Oro 2024 della stampa estera come Miglior Documentario. Si tratta di una produzione BigSur, MadEntertainment, con Rai Cinema, in coproduzione con LuceCinecittà, e con il contributo della Regione Campania e della Film Commission Regione Campania.

Spesso chi è nato altrove e vuole raccontare l’Italia rischia di cadere facilmente nello stereotipo. Non è stato il caso del documentario “Posso entrare?” della Styler, che è riuscita a entrare realmente, grazie all’aiuto del direttore di fotografia Dante Spinotti, all’interno delle case di Rione Sanità e del resto della città, da cui ne emerge un panorama ricco di testimonianze e un prodotto privo di pregiudizi.

Posso entrare? An Ode To Naples è un vero e proprio omaggio alla città di Napoli da parte dell’attrice, produttrice e regista Trudie Styler, che ha trascorso quasi due anni in città, conoscendola a fondo nei suoi vicoli e nelle sue strade, apprezzandone il cibo, la cultura, l’arte, i contrasti. Un’esperienza vera non può che tradursi in un ritratto onesto di Napoli e dei napoletani.

Nel documentario veniamo accompagnati a conoscere persone del popolo con storie di vita vissuta: persone che hanno visto la morte di familiari, femminicidi, violenza, ma cercando sempre di reagire con un approccio positivo verso la vita. C’è don Antonio, parroco del rione Sanità, che ha trasformato la chiesa in un luogo di incontro per i giovani del quartiere: c’è chi si dedica agli allenamenti di pugilato e chi alla musica e alle prove d’orchestra. Fra le persone intervistate c’è Roberto Saviano, che racconta i suoi 17 anni sotto scorta; c’è Francesco Di Leva, che racconta la nascita di NEST, la scuola di teatro nata con l’obiettivo di incentivare i giovani alle loro passioni, coltivandole a Napoli e non altrove; e c’è Clementino, che con la sua musica è un cantastorie di Napoli.

Il sottotitolo “Ode to Naples”, ode a Napoli, non è da meno in confronto al titolo: è, infatti, una ripresa di una poesia di Percy Bysshe Shelley, che in pieno Ottocento raccontò la fascinazione per quella città, quello stesso sentimento che prova ancora chiunque arrivi a Napoli per la prima volta.

Fonte: Facebook Mad Entertainment