Occupata sede dell’Università l’Orientale, gruppo di studenti contro il 41 bis

Un gruppo di studenti ha occupato lo storico ateneo partenopeo, richiedendo l’abolizione del carcere duro per il terrorista anarchico.

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Articolo di , 09 Feb 2023
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Foto Facebook Collettivo Autorganizzato Universitario Napoli

Arriva anche a Napoli l’onda lunga della contestazione contro il regime di carcere duro a cui è sottoposto l’anarchico Alfredo Cospito; l’uomo, detenuto nel carcere milanese di Opera, è in sciopero della fame, da oltre 100 giorni, in segno di protesta contro le misure detentive previste dall’art. 41 bis della legge sull’ordinamento penitenziario.

Occupato Palazzo Giusso a Largo San Giovanni Maggiore

Dopo l’occupazione della facoltà di Lettere dell’università La Sapienza di Roma, un gruppo di studenti, solidali con l’anarchico pescarese, ha occupato, a Napoli, Palazzo Giusso, una delle sedi dell’Università l’Orientale. La scelta di occupare la sede storica è avvenuta dopo un’assemblea, promossa dal Collettivo autorganizzato universitario, nella quale, dopo aver ampiamente dibattuto, gli studenti hanno deciso di protestare contro le misure detentive considerate repressive.

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Gli studenti chiedono l’abolizione del 41 bis

Gli occupanti hanno affermato di “aver deciso di fare qualcosa anche per richiamare l’attenzione, così come è già avvenuto in altre città d’Italia”; “Noi siamo al fianco di Cospito che sta protestando; noi siamo contro il 41 bis che è una misura che deve essere subito abolita”.

Una studentessa spiega che l’occupazione, “si inserisce in una mobilitazione più ampia che stiamo vedendo in questo Paese, non solo in solidarietà con lo sciopero della fame di Alfredo, ma anche contro la disumanità delle condizioni delle carceri italiane. Di fronte ad un governo di estrema destra ed incline alla repressione di ogni forma di dissenso diventa sempre più importante prendere posizione, anche all’Università”.

Al di fuori dell’edificio campeggia uno striscione “Orientale Occupato – Contro il 41bis. Alfredo libero“.

Chi è Alfredo Cospito?

Il cinquantacinquenne Cospito, considerato uno dei leader della galassia anarchica, già a capo della Federazione Anarchica Informale, è stato condannato a 10 anni e 8 mesi di reclusione per aver gambizzato, nel 2012, Roberto Adinolfi, amministratore delegato di Ansaldo Nucleare.

Successivamente l’anarchico è stato riconosciuto colpevole del reato di strage semplice e condannato a 20 anni di reclusione per aver collocato, nel 2006, degli ordigni esplosivi nei pressi della Scuola Allievi Carabinieri di Fossano che, attivati a distanza, avrebbero potuto compiere una strage.

Tuttavia per quest’ultimo atto di natura terroristica, la Cassazione ha ritenuto di classificare il reato come strage politica, cioè un attentato contro la sicurezza dello Stato, fattispecie criminosa per la quale è prevista, come pena, l’ergastolo. Al momento la questione è stata rimessa alla Corte Costituzionale che ne dovrà vagliare alcuni profili di costituzionalità.

Il 41 bis utilizzato contro gli affiliati alle associazioni malavitose

La riconosciuta pericolosità sociale del Cospito, unita all’indubbia influenza che esercita all’esterno del carcere, ha spinto l’Autorità giudiziaria ad applicare l’art. 41 bis, con il quale si applicano una serie di restrizioni al detenuto al fine di isolarlo e non permettere il collegamento con le organizzazioni criminali di cui fa parte.

Ricordiamo che le misure previste dall’art. 41 bis sono state particolarmente utili contro gli appartenenti alle organizzazioni malavitose che, per decenni, hanno insanguinato il nostro
Paese. Pertanto il Cospito, spalleggiato dai detenuti sottoposti al medesimo regime detentivo, è divenuto l’alfiere della battaglia contro il carcere duro; una scelta che sfida palesemente l’autorità dello Stato e le sue leggi.

Sul punto il terrorista ha dichiarato che avrebbe continuato “lo sciopero della fame per l’abolizione del 41 bis e dell’ergastolo ostativo fino all’ultimo respiro, per far conoscere al mondo questi due abomini repressivi di questo paese”. A sostegno del proprio leader il mondo anarchico ha sferrato diversi attacchi in Europa contro alcune sedi diplomatiche italiane, oltre ad aver partecipato all’organizzazione dei cortei nelle piazze italiane, spesso sfociati in atti di violenza criminale contro le forze dell’ordine.

Nonostante le molteplici pressioni, la linea del Governo è chiara “lo Stato non scende a patti con chi minaccia” e con chi cerca di sovvertire con la violenza stato di diritto vigente nel nostro Paese.

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