Il “Riscenziello” a Napoli, che cos’è e quando si usa questo termine

Un termine usatissimo a Napoli, soprattutto per indicare i malesseri dei bambini. Scopriamo il suo significato nel dettaglio.

Tradizioni e Curiosità
Articolo di , 10 Ago 2023
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La lingua partenopea è un vero e proprio portagioie di proverbi, verbi e termini tutti sui generis. Tutte le parole attingono dalla fucina del passato, infatti il linguaggio vanta un longevo atavismo ed è il frutto della gelosa e accurata conservazione di generazione in generazione delle parole della tradizione orale. La lingua napoletana, del resto, deve molto alla lingua latina. Ne è la prova proprio il termine riscinziello. Scopriamo insieme il perché e, soprattutto, il significato e le situazioni in cui viene pronunciato!

Il riscenziello a Napoli, che cos’è

Il termine riscenziello deriva dal latino descensus, il quale significa discesa. Tale termine si usa, quindi, per indicare uno svenimento, un calo di forze o un malessere fisico, dovuto anche a delle crisi epilettiche o una forte emozione che si riverbera sulle condizioni fisiche del soggetto. Questa parola, di conseguenza, i napoletani la usano per dire che qualcuno non si è sentito bene ed ha avuto una reazione fisica alquanto plateale e teatrale. Un malessere fisico accompagnato da una reazione psicologica parecchio impressionabile.

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L’accezione contemporanea

Ad oggi i contemporanei, oltre il significato storico, gliene attribuiscono un altro più generale. Per riscenziello si può intendere anche un capriccio, quindi un malessere provocato e protratto a lungo con intenzionali. Proprio per tale motivo viene usato quando si parla dei bambini, ossia per indicare proprio il loro essere irrequieti in vista di un qualcosa da ottenere.

Il riscenziello, in fine, può essere anche il frutto di una reazione emotivamente esagerata da parte di qualcuno che per indole è sempre melodrammatico: a dirla tutta, proprio da sceneggiata napoletana.

Ad esempio, se un bambino esce per strada e fa i capricci perché non vuole stare nel passeggino o non vuole indossare il cappotto per ripararsi dal freddo, sta avendo un riscenziello. Se è pronto il suo pranzo e non vuole mangiare, ad esempio, la pasta perché preferisce qualche merendina, sta avendo un riscenziello. Se non vuole andare a scuola e piange disperatamente al momento di salutare i genitori e di andare con la maestra, sta avendo un riscenziello. E la lista potrebbe continuare all’infinito.

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